RECENSIONE LIBRO: LIGHT OF HOME – UN FARO NELLA TEMPESTA di TARA SIVEC

Jefferson Fisher III non si aspetta di incontrare l’amore della sua vita al liceo, proprio nel giorno in cui ha deciso di arruolarsi in marina. Eppure, con l’arrivo di Lucy Butler sull’isola della sua famiglia, il mondo di Fisher si capovolge. Lei è diversa da tutte le altre e, anche se il bisogno di servire il Paese è irrinunciabile per Fisher, il giovane amore tra lui e Lucy non si lascia scoraggiare. Missione dopo missione, lei e Fisher si tengono in contatto, si frequentano, si amano, fino a diventare marito e moglie e costruirsi una vita insieme proprio lì, sull’isola al largo della costa orientale degli Stati Uniti che ha visto sbocciare il loro amore. Per quattordici anni, Lucy rappresenterà la luce della speranza, il faro in grado di condurre di nuovo a casa Fisher dai posti più orribili, di curarlo da tutte le sue ferite, fisiche e psicologiche. Ma dopo cinque missioni all’estero, Fisher è un uomo diverso: comincia a non essere più in grado di superare i traumi inflitti dalla guerra e finirà per rendersi conto di essersi trasformato in una minaccia per coloro che lo circondano. Così, per curarsi da un grave disturbo post traumatico e per permettere a Lucy di essere di nuovo felice, l’ex militare è costretto a un cambiamento radicale: abbandonare la sua vita precedente. Fisher divorzia da Lucy e si trasferisce sulla terraferma, in un centro per veterani.  Dopo un anno di intensa terapia, il faro che per tutta la vita lo ha guidato torna a ricondurre Fisher a casa, sull’isola, per un’ultima volta. Stavolta, lui è pronto a convincere Lucy che è guarito e che il suo cuore non ha mai smesso di battere per il suo primo e unico amore. Ma se Fisher e Lucy desiderano davvero che la loro storia si concluda con un lieto fine, dovranno ripercorrere tutti i dolori del loro passato per poter costruire il futuro insieme. 

Questo è un’altro di quei romanzi del quale iniziare una recensione è molto difficile. Questa volta inizierò dalla fine, sperando di riuscire a ritrovare la strada, o per meglio dire la chiave, che mi ha portata ad amare così tanto questa storia, un po’ com’è successo proprio a Fisher e Lucy che hanno dovuto trovare la strada per appartenersi di nuovo. Un faro nella tempesta è stato un viaggio interiore compiuto insieme ai due personaggi; un viaggio che non mi ha portata a schierarmi da una parte piuttosto che dall’altra, come spesso capita nei romanzi, ma che mi ha catapultata nel mondo della sofferenza, del pentimento, della rinuncia, della paura, dell’accettazione ma soprattutto mi ha accompagnata passo passo in un luogo meraviglioso; un luogo dove la vita non conosce solo le gioie ma anche e soprattutto i dolori, un luogo dove le rose hanno soprattutto le spine ma è grazie ad esse che l’uomo impara a non farsi più male. Un luogo che non tutti possono toccare con mano ma dal quale tutti possono imparare e diventare persone migliori. Questo luogo di cui vi sto parlando è l’amore, quello puro. Un amore che, come Fisher e Lucy stessi ci insegnano, può nascere quando meno te lo aspetti e durare tutta una vita. Nella vita di Fisher e Lucy, raccontata dalla delicata penna di Tara Sivec, non c’è tempo per mostrarsi perfetti, lo scopo di questo romanzo non è mostrare al lettore la famiglia del Mulino Bianco; quella di Fisher e Lucy non è semplicemente una storia d’amore. E’ un racconto di vita vera, uno struggente e potente racconto di una quotidianità della quale abbiamo sentito sicuramente parlare ma che soltanto attraverso libri di questa portata abbiamo avuto e tutt’ora abbiamo il “privilegio” di viverlo nella sua integrità, bello o brutto che sia.

Nella nota ai lettori, Tara Sivec racconta com’è nato il suo romanzo e, credetemi, sapere che suo padre ha vissuto lo stesso dolore di Fisher e che, a distanza di anni, porta ancora i segni di quel periodo, mi ha avvicinata ancora di più al romanzo a livello emotivo.

Tara Sivec ha trattato la tematica del disturbo post-traumatico in maniera delicata ma d’impatto, alternandolo a momenti di leggerezza, quasi come se volesse far tirare un sospiro di sollievo ai suoi lettori prima di coinvolgerli emotivamente ancora una volta. Altrettanto interessante e, a mio avviso, molto utile per delinearne meglio aspetti e caratteristiche dei due personaggi, è la scelta di aver suddiviso i capitoli, fino ad un certo punto, in passato e presente, introducendo una nuova sezione che non mi era mai capitato d’incontrare prima ma che ho approvato in pieno. In alcuni capitoli di Un faro nella tempesta, troverete il diario terapeutico di Fisher; un modo, oltre che per entrare in empatia col personaggio e col suo dolore, anche per conoscere fino a che punto si sentisse tormentato e spaventato dalle esperienze vissute in guerra. Tante volte ci siamo chiesti quanto i nostri abbiano sofferto in determinate circostanze che hanno cambiato la storia; troppe volte li abbiamo visti persi nei loro ricordi e incapaci di esprimere quanto davvero sia stata dura per loro sopportare e soffrire; ecco sì, mi sarebbe piaciuto, a distanza di tanti anni, poter condividere con loro questo diario, proprio come ho potuto fare con Fisher.

Un altro aspetto trattato in maniera impeccabile dall’autrice è stato quello di mettere in evidenza la sofferenza psicologica di entrambi, sopraggiunta ogni qualvolta Fisher tornava a casa da Lucy.

Un unico grande cuore spezzato ma che, grazie al forte amore che provano l’uno per l’altra e grazie, soprattutto, all’aiuto necessario che Fisher ha ricevuto nel periodo in cui si sono definitivamente divisi, viene ricucito ed è pronto a battere di nuovo un pò più forte di prima pur essendo un pò più ammaccato; un unico grande cuore un pò più consapevole, più combattivo ma soprattutto un unico grande cuore capace di amare di nuovo.

Inutile nascondervi quanto io mi sia emozionata mentre leggevo le pagine conclusive del romanzo, esattamente nel momento in cui Lucy prende consapevolezza di quanto realmente Fisher l’abbia sempre amata e protetta. Leggere le pagine in cui a Lucy, straziata dal dolore, viene dato il diario scritto durante la terapia da suo marito; rileggerne alcuni passi insieme a lei è stato uno dei momenti più difficili, da lettrice. Ho pianto tanto. Ho pianto per la consapevolezza di essere entrata a far parte del dolore vissuto da entrambi; ho pianto perché attraverso la semplicità di questo libro, mi sono resa conto di quanto l’essere umano sia tanto forte, a tal punto di non saperlo neanche lui stesso; ho pianto per la gioia di aver visto l’amore vero, trionfare.

Confesso di non aver mai letto nessun romanzo di Tara Sivec quindi mettere a confronto i suoi libri o fare un bilancio più dettagliato per quanto riguarda il suo stile narrativo è praticamente impossibile ma dopo aver letto Un faro nella tempesta, mi piacerebbe molto leggere altri suoi romanzi.

Cari Flowers, io non posso fare a meno di consigliarvi questo meraviglioso romanzo. Ve lo consiglio perché voglio che capiate cosa significa amare davvero; voglio che lo leggiate perché una storia così è difficile da ritrovare in altri romanzi. La verità, la bellezza, la commozione, la sofferenza, l’arresa, la consapevolezza e la rinascita in un unico romanzo. Non dimenticherò mai queste meravigliose pagine. Non dimenticherò mai Fisher e Lucy e il loro amore incondizionato. 🖤

VOTO: ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐

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