
Marina Lora Ronco è nata a Milano, dove vive e lavora. Laureata presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, appassionata lettrice, divide il suo tempo tra la famiglia, un lavoro nel campo dell’organizzazione di eventi e l’amore per la scrittura, che coltiva da sempre e che, negli anni e come mi è stato detto da lei stessa, è diventato un modo per guardare se stessa da fuori.
Col suo primo romanzo, Marina ha voluto raccontare una storia vera; un pezzo di quotidianità difficile da accettare e perché no, anche da raccontare attraverso le pagine di un romanzo, proprio come ha fatto Marina. Giocarsi tutto è la storia di un percorso nell’animo dell’essere umano; un essere umano che, nel punto più “basso” della sua vita, trova la forza e il coraggio di rialzarsi. Un uomo e una donna che si guardano dentro e non si trovano più. Ma perché? Cos’è successo alla loro vita? Queste non sono domande alle quali risponderò io ma lo farà Marina attraverso le pagine di Giocarsi tutto.
Prima di lasciarvi alla nostra intervista vi invito ad acquistare il suo romanzo e a leggerlo con la dovuta calma perché merita davvero. E ad ogni pagina ripetetevi sempre: <<Ciò che siamo è il risultato dell’amore che abbiamo ricevuto o che ci è mancato sin da piccoli>>.
Buona lettura e grazie ancora a Marina Lora Ronco per avermi concesso l’intervista.
1. Com’è nata la tua passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
Scrivo da quando sono una ragazzina. La scrittura nasce da un’urgenza interiore. Diciamo che è il mio modo di tenermi presente, di “guardarmi da fuori”.
2. Cosa t’ispira durante il processo di scrittura?
Sono una persona che vive molto di emozioni. Quando mi siedo al tavolo per scrivere in genere parto da un’idea creativa, spesso solo in embrione e poi inizio a scrivere, viaggio, senza mai sapere dove approderò.
3. Come riesci a conciliare il tuo lavoro con la tua passione per la scrittura?
Non ci riesco! Ho un lavoro molto impegnativo, soprattutto perchè non ha orari fissi nè situazioni “standard”, il che complica non poco l’organizzazione del tempo, non avendo una giornata uguale all’altra. se ci aggiungi che ho due figlie, un cane, una casa… cerco però di ritagliarmi sempre del tempo. tento di scrivere spesso anche quando mi sembra di non essere ispirata e funziona. La frequenza aiuta la creatività.
4. Che messaggio hai voluto lanciare con il tuo romanzo Giocarsi tutto?
La storia che racconto è ispirata ad una storia vera. mi sono resa conto che di ludopatia non ne parla nessuno, anche se è una vera e propria malattia, al pari della tossicodipendenza o dell’alcolismo, o ancora del disturbo alimentare. Credo che gli interessi che muove il gioco d’azzardo lo rendano un argomento assai scomodo ma importante e di grande attualità. E poi penso che ciò che siamo sia molto spesso il risultato dell’amore che abbiamo ricevuto o che ci è mancato sin da piccoli. La storia di Riccardo e Margherita si intreccia con molte altre storie di dipendenza patologica, tutte accomunate dal fatto che i protagonisti hanno un buco affettivo e credono di non valere nulla. Questa pensiero mi commuove e mi tocca nell’animo. Ho cercato di parlarne attraverso la voce e le storie dei miei personaggi.
5. Oltre alla tematica sopra citata, Giocarsi tutto parla anche (e non solo) di famiglia, amor proprio e per i propri cari, accettazione di sè stessi. È stato difficile unire tutte queste tematiche senza far prevalere l’una piuttosto che l’altra?
Credo che siano argomenti interconnessi, scrivere di uno a o dell’altro è stato naturale. Tieni presente che i compagni di viaggio di Riccardo sono liberamente ispirati a persone vere… La realtà spesso è assai meglio della fantasia.
6. Ti va di condividere insieme a me il processo di scrittura di Giocarsi tutto? Dove hai trovato l’ispirazione? C’è stato un momento in cui ti sei sentita persa o hai provato altre sensazioni negative?
La storia ha toccato una persona alla quale ero molto vicina e mi ha catapultato in un mondo che non conoscevo e che mi ha profondamente colpita. Mi sono resa subito conto della difficoltà di trattare un tema così delicato ma mi sembrava importante farlo. mentre scrivevo questo romanzo, molto introspettivo, si sono mosse tante cose dentro di me, e anche qualche antico dolore. Alcuni episodi della vita di Margherita fanno parte della mia vita e li ho buttati fuori. Mi è capitato di piangere mentre scrivevo e la stesura ha subito parecchie battute di arresto, ma alla fine ce l’ho fatta e sono contenta perchè è stato un viaggio straordinario al centro di me
7. Perchè hai scelto proprio il nome Margherita per la protagonista del tuo romanzo?
Perchè è il nome di un fiore e mi piaceva questa immagine associata alla mia protagonista… e poi è un nome che mi è sempre piaciuto tanto. La mia seconda figlia avrebbe potuto chiamarsi cosi… (invece si chiama Vittoria, che forse però è ancora più bello!)
8. A quale dei tuoi personaggi di Giocarsi tutto ti senti più legata? Perché? Margherita, senza dubbio. Lo dico spesso, in ognuna delle donne che ho incontrato c’è un po’ di Margherita. Donne che come funambole tengono in equilibrio, lavoro, famiglia, amore, a volte fortissime, altre fragili e bisognose di un abbraccio che le faccia sentire al sicuro
9. Perché hai deciso di pubblicare in self? Hai avuto dei ripensamenti a riguardo?
Il romanzo ha avuto una prima pubblicazione con un EAP con il quale mi sono scontrata fin da subito. E’ stato qualche anno fa, ero inesperta e molto ingenua. Ho fatto un grosso errore di valutazione e me ne sono accorta subito ma la frittata era fatta ormai. Il romanzo è stato ritirato immediatamente per mia volontà. Alla scadenza del contratto, l’ho ripreso in mano, l’ho completamente rieditato, ho cambiato la copertina e ho deciso che lo avrei ripubblicato in self per dargli lo spazio che meritava. L’ho fatto per me, per prendermi una rivincita e non volevo rinunciare a sensibilizzare i lettori su una tematica che ho molto a cuore. Va bene così.
10. Che sensazione si prova dopo aver scritto un romanzo? E dopo averlo pubblicato?
Sono una perfezionista e ho fatto fatica a “lasciarlo andare”, ma sono soddisfatta ( abbastanza almeno) Non mi aspettavo così tanta fatica per farlo conoscere. Ma questo perchè sono una sognatrice e un’inguaribile ottimista. In realtà so bene che la promozione di un libro è faccenda complicata anche quando alle spalle hai un editore. Figurati l’auto-promozione… Ma ho chiuso un cerchio e vado avanti. Ho imparato tantissimo da questa esperienza. Al momento sto lavorando ad una nuova storia, sono già innamorata della mia protagonista e sono felice.
11. Cosa ne pensi e come reagisci ad una recensione negativa?
In genere accolgo bene ogni critica che sia costruttiva anche se l’ego ne soffre un po’. Chiunque ti dica che le recensioni negative non lo toccano, secondo me mente spudoratamente. Così come chiunque ti dica che scrive solo per se stesso… la scrittura è una forma di comunicazione, non di solitudine. Si scrive sempre con la speranza di essere letti e di riuscire ad arrivare al cuore e alle emozioni del lettore. Ma comunque al momento anche il bilancio recensioni è più che positivo per fortuna…
12. Com’è cambiata la tua vita scrivendo?
Non è cambiata, perchè scrivo da sempre. Diciamo che mi ha cambiato molto di più aver pubblicato un romanzo ed essermi messa in gioco sui social per questo progetto , soprattutto in termini di tempo… fino ad un anno fa non sapevo nemmeno cosa fosse instagram…
13. Hai un autore/autrice del passato che t’ispira e che ami leggere prima di dedicare anima e corpo alla stesura di un romanzo?
Sono un’ appassionata di narrativa contemporanea, amo molto Margaret Mazzantini e Niccolò Ammaniti, e mi piace la letteratura giapponese, ma non ho un autore o un’autrice di riferimento.
14. Hai già in mente un’ipotetica storia per il tuo secondo romanzo? Se sì, puoi condividere qualche piccolo dettaglio con me? Sono super curiosa!
Come ti dicevo ci sto già lavorando… la protagonista è una donna… il suo nome è Stella (sempre scelte allegoriche come vedi..), e io la amo già.

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