
Sinossi:
Emma Sue
Il mio mondo era sempre stato silenzioso.
Fin da piccola avevo imparato ad ascoltare con gli occhi, avevo lavorato su me stessa per non sentirmi diversa e avevo combattuto i pregiudizi per essere considerata come tutti gli altri.
Poi, era arrivato lui.
Joshua Mason mi aveva distrutta con parole sprezzanti e, insieme al suo branco, mi aveva tormentata con scherzi crudeli.
E, alla fine, mi aveva costretta a trasferirmi in una scuola adatta alle persone come me.
Quattro anni dopo, ero pronta ad affrontare il mio primo giorno di college. Ma non a ritrovarmi faccia a faccia con la mia nemesi del passato: il borioso e arrogante capitano della squadra universitaria di basket.
Lo chiamavano AmStaff, ma aveva lo stesso sguardo tempestoso e il sorriso sprezzante di allora.
Impossibile fingere che non esistesse. Impossibile ignorarlo.
Mi faceva perdere il controllo e tutta la sicurezza che avevo forgiato negli anni.
Mi faceva provare sensazioni che non riuscivo a contrastare.
Un uragano stava per investire la mia vita. Ma, quella volta, non avevo intenzione di fuggire.
Joshua
Quando posai lo sguardo sul profilo armonioso di lei, detestai l’effetto che quella vista ebbe su di me. Lo annientai, cercando nel profondo l’acredine che le avevo sempre riservato. E quando i suoi occhi si incagliarono nei miei, potei vedere la serie di emozioni che si susseguirono sul suo viso. Ma quella che maggiormente le marcò lo sguardo fu l’odio. E sapevo di meritarlo tutto.
Sicuramente una delle recensioni più difficili da fare e mi scuso già da ora. Ho tenuto per un bel po’ di tempo questo romanzo in wishlist; ho aspettato il momento giusto per leggerlo perché sì, Sounds of Silence è uno di quei romanzi che va letto con calma, va vissuto come se Emma e Joshua fossero proprio accanto a noi a raccontare la loro storia.
Come ben sapete, il romanzo di Daria Torresan affronta delle tematiche molto interessanti, dolorose e soprattutto delle quali non sentiamo parlare così spesso come si dovrebbe. La realtà della nostra Emma è una realtà sicuramente difficile da vivere e lo si percepisce in ogni singola parola di Sounds of Silence. Ecco, parto proprio da questo presupposto per spiegarvi quanto io abbia amato il modo di scrivere di Daria. Non credo sia semplice affrontare delle tematiche di questo spessore e soprattutto credo che sia difficile per tutti gli autori immedesimarsi nella vita di un personaggio con le stesse problematiche di Emma. Che dire, allora, della scelta d’inserire avvenimenti passati in un romanzo che già di per sé è complesso? Sicuramente tutto ciò non deve essere stato facile per Daria, come già detto, ma è stata assolutamente straordinaria in tutto. Ho amato la linearità della storia, i capitoli ‘del passato’ che hanno aiutato il lettore a capire quanto veramente sia stato infantile e spregevole Joshua, e soprattutto l’evoluzione lenta ma d’impatto dei personaggi e della loro dolcissima storia d’amore.
Vi confesso che non è stato semplice leggere tutto quel bullismo, che ha circondato per un arco di tempo troppo lungo la vita di Emma. Tante volte mi sono arrabbiata con Joshua e ho sentito una fitta allo stomaco al solo pensiero di ritrovarmi un giorno nei panni di Emma, una giovane ragazza sorda costantemente bullizzata per nessun motivo in particolare se non quello di farla sentire diversa e inferiore. Com’è possibile arrivare a tutto questo odio? Com’è possibile, poi, confessare ad una persona di aver agito in tal modo per il semplice motivo di vedere la sua parte più fragile venir fuori? Mi dispiace ma tutto questo non lo concepisco. Alla luce di ciò, possiamo definire la mia relazione con Joshua un continuo di alti e bassi che, per fortuna, alla fine ha trovato la sua stabilità. Anche in Sounds of Silence la presenza di entrambi i POV aiuta il lettore a vedere l’altra faccia della medaglia; nulla può giustificare tutto ciò che Joshua e i suoi amici hanno fatto, ma credo che se non fosse stato per il suo POV difficilmente avrei trovato una risposta a tutti i miei perché. Joshua è il ragazzo più popolare della scuola e come nei più bei romanzi, anche in questo la parte più triste di questa popolarità viene fuori; a differenza di altri romanzi, però, in Sounds of Silence non stiamo facendo i conti con una famiglia che ti chiude sempre di più e tutto ciò pesa su te stesso e, mi permetto di dirlo, sulla tua salute mentale. Qui siamo nel caso in cui una famiglia non c’è e l’unica persona che si è sempre presa cura di te, in quel momento non può esserci come vorresti. E chi c’è per Joshua? Drake. Il suo grande amico, quasi un fratello anzi. Ma è davvero un amico per lui? Sapete, mi sono posta spesso questa domanda e ad oggi vi posso dire che no, per me non è un vero amico. Pur capendo il loro legame, l’intensità di quel rapporto, non credo che un vero amico arrivi al punto di essere così tanto geloso di una ragazza; sono del parere che, per quanto tu possa amare una persona, se l’amicizia è vera e sincera rimane una costante della tua vita quindi no, non giustifico assolutamente Drake e non mi trovo affatto affine al suo pensiero; certo è che anche Joshua poteva essere onesto in primis con sé stesso e poi anche con uno dei suoi più grandi amici riguardo al suo disagio, alla sua paura e soprattutto ai suoi veri sentimenti. È in quei momenti che viene fuori la vera amicizia. Test superato? ➡️ …🤐 Ovviamente super negativi anche gli altri “amici” del nostro Joshua senza i quali, però, il romanzo non avrebbe avuto lo stesso spessore. Perfettamente descritti dalla nostra Daria ma mi prudevano comunque le mani, ogni qualvolta leggevo i loro nomi! 😂 Per non parlare di Heidi (stendiamo un velo pietoso, è meglio) ! 😠
Ma parliamo di lei, Emma. Uno dei personaggi femminili più belli dei romanzi letti ad oggi. La sua forza, la sua consapevolezza, la sua immensa voglia di vivere nonostante tutto e nonostante tutti, sono stati dei messaggi così belli e positivi per me che è inevitabile inserirla nella mia top 5 dei personaggi femminili amati in un romanzo. Il modo in cui, nonostante la sua sordità, è riuscita a trovare il suo posto nel mondo ha cozzato perfettamente con il personaggio maschile a lei opposto, Joshua, così spaventato dalla vita e dalla solitudine. Una solitudine che conosce bene la sua amata Emma ma della quale non parla mai in maniera diretta; lo fa con la delicatezza che la contraddistingue, lo fa con amore e con la ricchezza più grande che si possiede: un gesto.
Ed è pieno di gesti anche l’amore che Emma e Joshua provano l’uno per l’altra; gesti scritti lì, tra le righe di questo meraviglioso romanzo e altri che rimangono scritti nei loro occhi. Quegli occhi che ti sanno leggere dentro, che non ti giudicano ma ti comprendono, proprio come ha fatto Emma col suo Joshua, e che ti migliorano.
Emma è riuscita a mostrare il suo mondo a Joshua, e Joshua, dal canto suo, è riuscito a ritrovare quella parte di sé che forse neanche lui sapeva di avere. Era nascosta lì, nella sua anima, pronta a venire fuori con la persona giusta e nel momento giusto. E per quanto io sia contro il bullismo e abbia detestato tanto Joshua, una volta riuscito a trovare se stesso non ho potuto fare a meno di gioire con lui e per lui.
E i personaggi secondari? No, non mi sono dimenticata di loro e non ci riuscirei neanche se volessi. Tolti gli amici di Joshua, con i quali ho fatto moltissima fatica ad empatizzare ovviamente, ho apprezzato molto l’amica di Emma, Arizona, e sua sorella Autumn. Sono due pilastri nella sua vita e molte volte mi hanno aiutata a capirla e a fingere che uno dei loro abbracci o parole di conforto fossero le mie. Poco convincente fin da subito Mark perché sì, va bene essere perfetti ma lui lo era un po’ troppo! 🙄 E non mi sbagliavo neanche! 🤬
Non posso fare a meno di consigliarvi questo splendido romanzo e di fare ancora una volta i complimenti a Daria per la delicatezza con la quale ha trattato questo argomento. La ringrazio anche perché è riuscita a farmi emozionare nell’esatto momento in cui Joshua, utilizzando l’ASL, chiede scusa alla sua Emma. Scusa per non averla amata fin da subito nella maniera giusta, scusa per non averla capita, scusa per averla fatta sentire diversa e sbagliata, scusa per averla ferita. E in quel suo ‘mi dispiace’ c’è anche quello di ogni singola persona che si sente in dovere di ferire il “più debole” pensando di riuscirci davvero. Mi dispiace, ma i più deboli siete proprio voi che ferite senza alcuna vergogna. 🖤
VOTO: ⭐⭐⭐⭐⭐


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