RECENSIONE ROMANZO: SALVAMI di ANNALISA PARIGI.

Sinossi:

Quanto può fare male perdere una delle persone più importanti della nostra vita e poi essere costretti a mollare tutto e partire?Maya lo scopre sulla sua pelle, a soli ventun anni si ritrova nella città più caotica del mondo, con una madre che non sembra curarsi più di lei, e con la musica come unica consolazione. Il pianoforte per lei è tutto: è l’amore che le manca; è la disperazione per chi non ha più accanto; è la cura per le sue ferite; è l’unica cosa che la fa sentire viva. Finché non si imbatte in Sawyer, un detective ombroso e dannatamente attraente, che tutto vuole dalla vita tranne avere a che fare con una ragazzina. Solo che gli occhi di lei non lo lasciano indifferente, lo riportano alla tragedia che ha vissuto dieci anni prima e che lo ha cambiato profondamente.Quando tra di loro il rapporto sembra prendere forma, Maya viene a conoscenza di un fatto che ignorava: qualcuno la sta cercando e l’ha trovata.Riuscirà Maya a salvarsi dall’ombra minacciosa di un passato che è venuto a prenderla? E Sawyer ce la farà a superare i suoi tormenti per salvarla?E se invece fosse la musica a giocare un ruolo fondamentale?

Chi mi segue da molto più tempo sa che avevo già letto il primo romanzo di Annalisa e che, pur trattandosi di una bellissima storia, non mi aveva del tutto convinta; non c’era quel qualcosa in più che mi faceva dire e pensare “wow”. Con questo secondo romanzo l’autrice è riuscita a smuovere qualcosa dentro me; mi ha fatto sorridere, piangere, incavolarmi. È riuscita a farmi dire “wow”, a fine romanzo.
Le tematiche che ha trattato sono molto importanti, molte di esse forti ma trattate tutte nella maniera più semplice possibile. La scrittura di Annalisa è fluida, chiara; la ricchezza di dettagli, di avvenimenti che si susseguono e che lasciano il lettore col fiato sospeso, i misteri e la curiosità di sapere e capire cosa ha portato la mamma di Maya a comportarsi in un determinato modo, a scovare nel passato di questa famiglia, ha contribuito a farmi apprezzare maggiormente il romanzo. Più pagine leggi e più ti rendi conto che di più non si poteva dire e da lettrice ho apprezzato molto questa sensazione perché mi ha fatto sentire completa, soddisfatta e felice di aver completato il mio viaggio nella vita di Maya, Sawyer e tutte le persone che li circondano. Annalisa sviluppa dei personaggi ben descritti e inseriti in maniera impeccabile nella storia; ognuno di loro t’insegna qualcosa e con loro ti senti libera di sorridere e piangere. Altro fattore che mi ha fatto apprezzare il romanzo è stata la scelta della differenza d’età tra i due protagonisti; sapete bene ormai quanto io ami queste storie e leggerle è sempre un gran piacere. M’incuriosisce il loro modo di affrontare la differenza d’età e devo dire che quello di Maya e Sawyer mi ha soddisfatto molto, merito anche di Michael che, indovinate un po’? È uno dei personaggi che ho apprezzato di più insieme a Jenny. È troppo chiedere uno spin-off su uno di questi due personaggi? 😂🙈

Ma adesso concentriamoci meglio su Maya e Sawyer. Non amo particolarmente quei romanzi troppo sdolcinati, con frasi “ad effetto” ma questa volta devo ricredermi perché sono state proprio quelle frasi dette da Sawyer a trasmettermi quel senso di protezione che deve aver sentito Maya stessa e che mi ha fatto pensare anche a quanto possa essere bello avere qualcuno che ti protegge, ti ama e ti sostiene in ogni tua scelta; certo, come tutte le storie d’amore anche la loro non era partita col piede giusto ma è bastato guardarsi negli occhi una seconda volta per capire il legame che c’era tra di loro. Non sto parlando di un legame esclusivamente fisico anche se inizialmente può sembrare così; Maya e Sawyer sono due persone molto simili tra di loro, che hanno sofferto nel vero senso della parola e che da questa sofferenza hanno imparato piano piano a sbocciare nuovamente come due bellissimi boccioli di rosa, uniti da un legame forte e inspiegabile se non lo so vive. Mi sono sentita molto più vicina a lei, in questa circostanza, e non perché io abbia passato le sue stesse cose ma semplicemente perché leggere i suoi pensieri, la sua maturità acquisita piano piano nel corso del romanzo, le sue sensazioni ed emozioni, le sue ambizioni, mi hanno aperto gli occhi facendomi pensare “ecco, anch’io sarò come lei un giorno” o forse, in parte, già lo sono… lo siamo tutti. Già , perché avere una valvola di sfogo, un posto felice nel mondo, una passione così grande come quella di Maya, è una cosa che accomuna l’essere umano; ciò che ha lei in più e che deve essere un monito per noi e per la generazione futura è quello di fare della propria valvola di sfogo, del proprio sogno, una bellissima realtà. Maya ha imparato a far stare bene gli altri nello stesso modo in cui fa star bene se stessa; è riuscita a trasmettere tutto il suo amore per quei tasti bianchi e neri a chiunque si sia trovato nel posto in cui lavora. Primo tra tutti Sawyer, un detective affascinante che ha fatto del suo trauma adolescenziale, il suo mestiere. La sofferenza e il trauma vissuti da Sawyer insegna che da ciò possiamo trarne forza riuscendo, molto spesso, a fare della nostra paura un’amica e non più una nemica. L’ingiustizia vissuta è stato il suo grido di ribellione per una vita all’insegna della giustizia. Ne ha fatta di strada il nostro detective Sawyer, ha fatto giustizia a tante persone ma credo che la sua più grande vittoria sia stata proprio quella di far giustizia alla sua amata Maya, donandole non solo una seconda possibilità di essere quella ragazza coraggiosa, fragile, determinata, solare che quasi sicuramente non era mai stata fino al loro incontro ma soprattutto donandole una seconda vita di certezze, archiviando per sempre un passato pieno di segreti, bugie e sofferenze. Vincendo quella battaglia insieme alla sua amata, può dire di aver dato un vero senso al suo lavoro e alla motivazione per il quale ha scelto di essere un detective. Sono certa che è così. Come sono certa che la melodia più bella scritta dalla nostra Maya sia stata quella del suo cuore, un cuore che ha imparato a far andare allo stesso ritmo di quello del suo bel detective.
Come commentare il passato di Maya? Credo che neanche se dovessi riscrivere la recensione altre dieci volte riuscirei a trovare le parole giuste. Non vi nascondo che a volte è stato davvero faticoso leggere la sua storia, le atrocità che le sono state fatte. Non è stato semplice immedesimarmi in lei eppure l’ho fatto e ho pianto anche insieme a Maya, ho preso tutto quello che c’era in lei, il bello e il brutto, è l’ho fatto mio come sono solita fare con tutte le storie che leggo.

Questa volta è stata un po’ dura ma ringrazio Annalisa per questa bella storia, la ringrazio per avermi aperto gli occhi su un mondo tanto crudele ma reale, purtroppo. Mi auguro che chiunque stia passando quello che hanno passato Maya e la sua famiglia o Sawyer, si senta meno solo. Mi auguro che quella persona abbia il coraggio di denunciare e la forza per ricominciare a vivere davvero per la prima volta. E chissà…magari il destino con quella persona sarà tanto benevolo da portare lungo il suo cammino tortuoso un detective come Sawyer, un uomo che ama il suo lavoro e che, soprattutto, ha ben chiaro da che parte stare ora e per il resto della vita: dalla parte degli onesti. 💚

VOTO: ⭐️⭐️⭐️⭐️

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