
Sinossi:
Puoi imparare ad amarti ed essere felice, nonostante tutti i tuoi limiti?
Dopo le ultime rivelazioni scottanti, Thea è sempre più confusa. Chi è davvero Efrem Krugher, il dottore a cui ha affidato la propria vita? È l’uomo malinconico e comprensivo, che le legge nell’anima e riesce a suscitarle emozioni che credeva dimenticate, o quello scaltro e calcolatore, che dimostra un erotismo estremo e le accende i sensi? Impossibile dirlo, come è impossibile per Thea resistere al fascino ipnotico e pericoloso di Efrem e soprattutto soffocare i sentimenti che comincia a provare per lui, nonostante la differenza d’età e tutti gli ostacoli alla loro relazione. Dal canto suo, Efrem è un principe oscuro che non dà certezze, che seduce e illude, senza permettere alla ragazza di vedere ciò che si cela sotto la sua corazza. Eppure, col passare del tempo, qualcosa tra Efrem e Thea cambia, nel fuoco della passione divampano le fiamme dell’amore. Pur tra mille avversità, il destino sarà clemente e concederà ai due amanti di viversi per sempre? L’ultimo, attesissimo capitolo di Meet Efrem Krugher, la nuova serie dell’autrice bestseller Kira Shell che, insieme a Kiss Me Like You Love Me, l’ha resa la regina indiscussa del dark romance italiano. Già molto amata dalle lettrici, la storia di Thea ed Efrem è un crescendo di erotismo ed emozioni, che insegna ad accettarsi per come si è, senza pregiudizio o timore.
Ci sono libri belli, ma belli davvero, che recensirli è un piacere e mi viene anche facile farlo, e poi ci sono quei libri che, invece, ti lasciano senza parole, ti svuotano completamente e ti lasciano quel senso di impotenza che difficilmente sai gestire e sai toglierti di dosso. Libri che non si limitano a raccontare storie, vite vissute e che non sapevi di aver la necessità di conoscere. Libri che ti fanno pensare “e adesso che succede?” “adesso come vado avanti?” “come farò a dedicarmi ad un altro libro?”. Il cosiddetto “blocco del lettore” io lo definisco in questo modo: un lettore che ha appena finito di leggere un libro così bello e intenso, non riesce a prendere la decisione di lasciarlo andare, di liberarsene e di custodire nel cuore semplicemente quella storia raccontata tra quelle pagine, e di sentirsi finalmente pronto ad intraprendere un nuovo percorso, un nuovo racconto con altri personaggi ai quali affezionarsi e dai quali apprendere una nuova esperienza di vita. Lo definisco così e posso dire di averlo provato e di continuare ancora oggi a provarlo; seppur io mi renda conto che ho bisogno di lasciare andare questa storia e di cominciarne un’altra…o almeno di provarci, non ci riesco, così come non riesco a formulare in testa un parere, un discorso riguardo al libro di cui vi voglio parlare oggi, che abbia almeno un pò di senso. Nella mia testa c’è la confusione più totale. La verità è che tutto ciò che dirò e che rileggerò fino a non poterne più, mi sembrerà banale o che non faccia capire fino in fondo quanto io mi sia sentita legata a questa storia. A Thea e ad Efrem. Parlarne non è affatto facile e credo che questa sia la recensione più difficile che io abbia scritto ad oggi, ma è giusto farlo e lasciar parlare soltanto il mio cuore perchè in quelle 600 pagine c’è tutto il cuore di due splendidi protagonisti e voglio cercare di raccontarvi di loro nella maniera più corretta e delicata possibile; partirò dal finale di Meet Efrem Krugher, vol.2, perché sono sicura che altrimenti non riuscirei a scrivere il resto.
Ho curiosato qua e là in questi giorni e ho letto alcune titubanze per quanto riguarda il finale di Meet Efrem Krugher 2. Non posso nascondervi che leggendolo di getto anch’io sono rimasta completamente senza parole e mi sono trovata in disaccordo con la scelta di Kira di scrivere proprio questo tipo di finale. L’ho ripetuto forse fino alla nausea quanto io sia amante dei finali drammatici però quando un’autrice della quale ti fidi e che apprezzi proprio per il suo modo di raccontare storie così reali, ti sbatte in faccia il finale che hai sempre voluto leggere in altri romanzi, rimani letteralmente senza parole…e forse inizi a pensare di non essere poi così tanto “pro” ai finali drammatici!🙈 Mi è venuto subito da pensare: ma dopo tutto quello che ha passato Thea, davvero meritava anche questo? La vera risposta non la sapremo mai ma dopo un tentennamento iniziale mi sono fermata a riflettere; ha senso quel finale per due persone come Efrem e Dorothea? Poteva essercene uno diverso? Kira avrebbe potuto cambiare così tanto la sorte e la vita dei suoi personaggi? La verità è che il finale di Meet Efrem Krugher 2 poteva essere solo questo e ciò che fa più male è la consapevolezza che tante persone, me compresa, in una situazione estrema come quella di Efrem, si sarebbero comportate allo stesso modo; non è mai facile dire addio, non è facile volersi meno bene ed essere consapevoli che stai uccidendo un pò più te stesso per poter far vivere nel miglior modo possibile una persona che, entrata in punta di piedi, è riuscita a cambiare completamente ogni piccola parte di te stesso e ha migliorato una vita trascorsa a rimproverarti delle scelte sbagliate del passato, a sacrificarti per gli altri e ad escluderti perché la vita ti ha insegnato fin troppo presto che il senso di dovere e responsabilità prevale su tutto. Tirando le somme e guardando attentamente alla storia di Thea ed Efrem, approfondendo e analizzando ogni loro momento passato insieme e non, conoscendo così tanto queste due personalità ma soprattutto persone, che hanno toccato con mano la vera sofferenza nella vita, posso affermare che per me la loro storia si è conclusa nell’unico modo in cui poteva concludersi e anche in questa circostanza così tragica e triste, gli insegnamenti che Kira ci lascia attraverso la sua penna sono due e molto importanti, uno attraverso il gesto di Efrem e l’altro dal punto di vista di Thea. Il primo ci ha insegnato che nella vita, imprevedibile e sorpendente sotto ogni punto di vista, la vera forza è lasciare andare e non trattenere per puro egoismo o paura. Lasciare andare chi si ama, lasciare andare una situazione alla quale ci sentiamo così tanto legati, quasi come se fosse qualcosa di tossico, lasciare andare un oggetto…tutto. Lasciare andare, a volte, è la forma d’amore più bella che un essere umano possa dimostrare. E Thea? Beh lei ci ha sicuramente fatto capire quanto sia importante avere coraggio nella vita. Coraggio di non lasciarsi andare neanche quando tutto sembra remare contro di te, coraggio nel sentirsi anche vulnerabili, coraggio di crescere, di maturare, coraggio, anche in questo caso, di lasciare andare. Lasciare andare chi? La versione di te che non riconosci più, quella che hai abbracciato per tanto tempo e della quale non riesci a separarti, seppur consapevole che sta bloccando il tuo volo. Thea ci ha insegnato, fin dal primo volume di Meet Efrem Krugher, che i veri nemici nella vita siamo noi stessi; e allora che fare? Dobbiamo avere il coraggio e la forza di trasformare quel dolore che proviamo, quell’odio che spesso proviamo nei nostri confronti, in amore. Abbracciamoci di più. Abbracciamoci noi prima di poter permettere ad altri di farlo perché la prima persona nella vita che ti permette di superare un ostacolo sei tu. Credo che questo messaggio in particolare sarebbe stato impossobile da assimilare senza l’intervento di un personaggio come il Dottor Krugher; lui che attraverso i suoi discorsi è riuscito ad entrare nella mia anima e di chiunque abbia letto questo libro e quello precedente. Con Efrem ti senti nuda, ti senti spogliata di qualsiasi fragilità e questa sensazione, se pensiamo che stiamo parlando “semplicemente di un libro”, è la cosa più potente che possa capitare ad un lettore. Da brivido.
Ma veniamo alla parte un pò più “tecnica” di questa recensione. La scrittura di Kira si conferma essere ancora una volta d’impatto, con un lessico impeccabile, scorrevole e coinvolgente. L’attenzione particolare ad ogni dettaglio e il modo in cui è riuscita a riportare alla luce la mitologia, anche semplicemente attraverso dei piccoli gesti compiuti da Efrem e Thea, quasi come se stessimo ammirando un quadro, è davvero ammirevole. Trattandosi di un dark romance, oltre alla mancanza del lieto fine del quale abbiamo già ampliamente discusso, non potevano mancare anche le parti legate ad una sfera più erotica. Non mi soffermo mai a parlarne, neanche in altri libri nei quali sono presenti determinate scene, perché solitamente non catturano la mia attenzione; non reputo importante parlarne nelle mie recensioni perché mi soffermo sulle tematiche trattate ma voglio fare una piccola eccezione e aprire una piccola parentesi su ciò. Una scena erotica scritta da Kira mi trasmette sempre quel senso di delicatezza e di lavoro ben studiato e ben riuscito che difficilmente riesco a trovare in altre autrici che si dilettano a descriverne una. Mi piace il suo modo di mettere in relazione la scena erotica con il vissuto di uno dei suoi personaggi e così com’è successo con Neil e il suo passato in Kiss Me Like You Love Me, anche in Meet Efrem Krugher 2 riusciamo a capire fino in fondo il perché e il come si approccia Efrem al fattore ‘erotismo’.
Leggere la storia personale di Efrem è stata probabilmente la parte più difficile di questo secondo volume della Dark Series di Kira Shell; il fatto che poi Kira abbia deciso di far parlare in prima persona Efrem, farlo parlare proprio con i suoi lettori, ha reso i suoi capitoli ancora più intimi e potenti. Rabbia, paura, tante lacrime, voglia di abbracciare il bambino che troppo in fretta ha dovuto conoscere e affrontare la cattiveria del genere umano ma anche tanta voglia di abbracciare quell’uomo che ha fatto di quella grande sofferenza, la sua corazza. Nei capitoli che lo riguardano, le tematiche affrontate sono molte e Kira ha fatto un’altra scelta che secondo me è stata efficace; riuscire a dare un titolo ad ogni capitolo, quasi come se fosse un inizio di una lettera o una pagina di diario, non deve essere stato facile, ancor di più se devi racchiudere in quelle poche parole tutto ciò di cui vorrai parlare nel capitolo in questione. I capitoli di Efrem chiariscono molti dubbi e molte questioni rimaste in sospeso nel primo volume che si era concentrato molto di più su Thea e sul suo disturbo. Anche in questo caso ho trovato giusta questa decisione; sarebbe stato troppo complesso e anche pesante dover leggere e alternare la vita di entrambi i protagonisti sia sull’uno che sull’altro volume di Meet Efrem Krugher; scegliere di approfondire le loro vite singolarmente ha fatto sì che il lettore potesse concentrarsi meglio su quel determinato personaggio, sulla sua vita, sulle sue scelte e sul perché abbia deciso di intraprendere un determinanto percorso di vita. Certo, il tutto viene alternato con la storia che vede protagonisti Thea ed Efrem come “coppia” e quando parlo di coppia non mi riferisco ad una coppia di fidanzati o altro ma a due persone che si prendono per mano, viaggiano nell’oscurità del loro passato e cercano il modo di uscire e vedere la luce. E’ un percorso lungo, fatto di alti e bassi e che ha determinato non solo la crescita e la maturazione di Thea ma ha aperto gli occhi al pubblico di lettori sul vero significato di amore e di “prendersi cura di qualcuno”. Il modo in cui Kira parla d’amore è singolare, diverso. Lo fa mostrando ogni sfaccettatura di questo sentimento e dimostrando che la banalità del “ti amo” detto e stradetto, perde di valore quando ad una persona dimostri l’amore, quello vero. Perché quello che Efrem dimostra a Thea, con i suoi gesti e le sue scelte più che con le sue parole, è il vero amore e Thea riesce a percepirlo tutto, a ricambiarlo nel modo più bello e unico: vivendo. Può sembrare una frase banale ma per chi ha vissuto insieme a Thea il dolore, può capire quanto questo verbo per lei sia importante, arrivata alla fine del suo percorso come essere umano e non più solo da paziente.
Anche in questo secondo volume tornano i personaggi del primo, vengono messi in risalto molti rapporti che Efrem ha intrapreso con persone già conosciute e altre che conosceremo durante la lettura, e in particolar modo finalmente possiamo dare un posto ben preciso nel romanzo a Ben. Dirvi che sono rimasta sorpresa è poco. Non mi aspettavo affatto di leggere il tipo di storia che Kira ha messo in risalto grazie ad un personaggio come lui e credo che sia stata anche molto brava nel raccontarla e nello spiegare con la giusta fermezza il vissuto di un personaggio verso il quale ho provato tanta rabbia ma che mi ha fatto sussurrare un “mi dispiace” nonostante tutto. Perché la verità è che quando un personaggio soffre, quando ti rendi conto che quel personaggio potrebbe essere qualcuno a te vicino, non puoi non pronunciare queste parole e in Meet Efrem Krugher senti il bisogno di farlo un pò troppo spesso. Mi dispiace per la tua sofferenza, mi dispiace per il modo in cui ti senti preso in causa in questa situazione, mi dispiace per non averti capito fino in fondo e fin da subito, mi dispiace perché viviamo in un mondo in cui nessuno si sente pronto a pronunciare queste parole, perché questa società non è mai completamente pronta ad allungare una mano verso l’altro e aiutarlo. Queste mio “mi dispiace” è per te Thea, è per te Efrem, è per te Ben. Ed è per tutti quelli che volevano semplicemente qualcuno che capisse il loro dolore, che cercassero qualcuno che restasse…per davvero.
Come portare a termine una recensione di un libro che ti ha stravolta? Inizio col dire che spero di essere riuscita a trasmettervi tutte le emozioni che ho provato io leggendo questo libro e quello precedente. Spero di avervi fatto entrare nelle vite di Efrem e Thea e di avervi spronato a intraprendere una lettura sicuramente forte ma davvero tanto bella. Quello tra le pagine di Meet Efrem Krugher è stato un viaggio meraviglioso ed emozionante; un viaggio che mi ha insegnato a non dare mai nulla per scontato, ad avere il coraggio e la forza di accettare e amare ogni parte di me per far si che anche gli altri possano farlo; un viaggio nella vita di una Thea che ha spiccato il volo e di un Efrem che continua a guardarla con estremo orgoglio, esattamente come il primo giorno. Perchè, in fondo, l’amore è anche questo. 🤍
P.S: Ora sono ufficialmente pronta a lasciarli andare. Grazie, per tutto.🤍
VOTO: ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐

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