
Trama:
Avevo un piano: trovare un Principe Azzurro a cui affidare il mio cuore.
Ce l’avevo quasi fatta, almeno finché non mi sono ritrovata davanti lui.
Arrogante come un demone.
Bello come un dio.
E con il preciso intento di buttare all’aria il mio piano perfetto.
Perché?
Perché lui è Jay Stevens e vuole prendersi una stupida rivincita.
Ma quant’è vero che mi chiamo Madison Brown non gli permetterò di rovinare tutto.
Non di nuovo.
Sapete quanto mi piaccia alternare una lettura più complessa ad una più “leggera” e quando ho chiesto di poter collaborare con la DriEditore per il romanzo Principessa ma non troppo di Nora Stevens, avevo già stabilito l’ordine delle mie letture e, basandomi soprattutto sulla trama, avevo proprio incastrato questo libro tra due letture con tematiche un pò più complesse. Come vi dicevo qualche giorno fa nelle stories di instagram, Principessa ma non troppo mi aveva colpito fin da subito perché la scrittura di Nora Stevens appare fin dalle prime righe molto scorrevole, attenta ai particolari, semplice, fluida. Non mi aspettavo, però, che procedendo con la lettura, un libro che avevo “giudicato” semplice e divertente da leggere solo dopo aver letto la trama, diventasse una lettura di grande impatto, capace di far riflettere con e senza quel pizzico di ironia che ha contraddistinto dalle prime pagine il romanzo di Nora Stevens. Recupererò sicuramente Gin, Pancake e voli pindalici anche perché racconta la storia di altri due personaggi presenti in questo romanzo di Nora e che mi sono rimasti particolarmente nel cuore, ma per adesso concentriamoci su Principessa ma non troppo e quindi, come di consuetudine, inizio la recensione parlandovi della scrittura di Nora, della struttura del romanzo, dei personaggi e delle tematiche trattate.
Parlando di scrittura, vi ho già detto quanto mi abbia colpito la metodologia adottata dall’autrice; mi è piaciuto il modo in cui ogni capitolo sia stato raccontato con fluidità, senza dare l’impressione di star leggendo pagine alle quali mancano dei contenuti importanti; mi è capitato di recente, infatti, di aver letto un libro nel quale la scelta dell’autrice (voluta o meno) sia stata quella di far finire ogni evento proprio alla fine (scusate la ripetizione) di ogni capitolo; posso dire di non essere completamente d’accordo con questa scelta e di preferire mille volte di più una storia che segua un filo logico, che non si perda dei pezzi per strada e che, anche nella struttura in sè, dimostri la maturità dell’autrice. Ecco, ho trovato tutti questi elementi in Nora quindi complimenti. Altro elemento a favore della struttura di Principessa ma non troppo sono stati i dialoghi tra i vari personaggi presenti scritti dall’autrice alternando seriosità ad ironia e sarcasmo. Questa scelta l’ho vissuta anche come una metafora per la vita; quante volte abbiamo trattato un argomento delicato o abbiamo affrontato un momento della vita delicato con del sarcasmo, proprio per darci forza? E quante volte, invece, abbiamo scelto di affrontarlo con la giusta dose di seriosità e anche di coraggio? L’impressione che i dialoghi dei personaggi in realtà fossero un chiaro riferimento ai mutamenti della vita, mi ha accompagnato per tutta la lettura.
Molto ben descritti i personaggi di Principessa ma non troppo. Madison e Jay sono due persone con le quali riesci a relazionarti subito; molte ragazze (direi anche tutte, in realtà🤣) sognano il principe azzurro proprio come Madison e quando non lo vedi comparire su di un bel cavallo bianco davanti alla tua porta, dopo un bel pò di anni smetti anche di crederci e “ti accontenti” del primo arrivato, un pò come ha fatto la nostra protagonista per troppo tempo; e molti ragazzi, nel momento in cui si rendono conto di essere veramente innamorati di una ragazza, si chiudono in loro stessi e cominciano a trovare inutile e di poco valore anche il loro atteggiamento di latin lover. Non credo, infatti, che Jay sia un bad boy; lui è semplicemente un ragazzo apparentemente egocrentrico, che ha bisogno di aprire il suo cuore a qualcuno ma che prima di ogni altra cosa, ha bisogno di affrontare le sue paure del passato, di personarsi e di andare avanti. La sua vita non è stata semplice e gli aspetti sottolineati da Nora sono stati di grande impatto per me; leggere ciò che ha dovuto subire, ciò che ha visto con i suoi occhi e vissuto mi ha aiutata a fermarmi e a pensare prima di giudicare un personaggio come il suo. Inevitabilmente un tipo come Jay Stevens attrae, ti fa pensare che ne vorresti uno proprio in questo momento nella tua vita e immedesimarsi in Madison, nei suoi modi d’essere a volte crocerossina e a volte stronza, diventa inevitabile e molto divertente. Di questi due protagonisti mi è piaciuto molto leggere le avventure passate, i ricordi che uno aveva dell’altra e le loro paure; ho percepito la bellezza del destino, quello che ti porta per una ragione nella medesima via di un’altra persona, ferita dalla vita come te e timorosa di quest’ultima, che cerca di aggrapparsi all’unica certezza che pensa di avere: non credere al genere umano. E’ proprio così, Madison non crede più negli uomini e Jay? Beh Jay non crede più in se stesso. Lui stesso si definisce bestia e Nora, attraverso un’attenta e delicata analisi, spiega anche i motivi che l’hanno portato a credere a ciò. Mi hanno emozionata molto i loro dialoghi, il loro modo di dichiararsi non con un “ti amo” ma con un “ti racconto la storia della mia vita”, una dichiarazione d’amore molto potente e che ha fatto sì che il legame tra Madison e Jay diventasse ancora più forte.
Ma l’abbandono, la violenza, e tutte quelle emozioni che ne derivano, sono solo alcuni elementi presenti in Principessa ma non troppo. Un’altra tematica costante in questo romanzo è la menzogna. Madison, infatti, si trova spesso faccia a faccia con essa e molte volte ho ammirato il modo in cui è riuscita a rialzarsi nonostante le continue delusioni, una fra tutte la scoperta di una vicinanza molto particolare nella sua vita che si rivela essere quella che in realtà non è; ecco, se proprio dovessi trovare il modo di fare una piccolissima critica al libro di Nora, sarebbe proprio questo: mi sarebbe piaciuto leggere e approfondire più da vicino la vicenda che vede come protagonisti Madison e Victor. Credo che sia stato il loro primo approccio dopo “l’incidente”, la parte centrale e fondamentale della seconda parte del romanzo e sicuramente uno sguardo più da vicino al loro ricongiungimento mi avrebbe fatto piacere leggerlo.
Altri personaggi presenti in Principessa ma non troppo e che mi sono piaciuti sono i gia citati Rhys ed Eileen, e poi c’è Valerie che, insieme a Rhys è probabilmente il personaggio che mi è piaicuto di più nel romanzo. Ho amato l’amicizia che la lega a Madison, il suo modo di esserci sempre e di prendersi cura della sua amica, la sua ironia e anche le ramanzine che le ha fatto. Si è dimostrata essere una vera amica e grazie a lei e al rapporto tra lei e Madison, ho avuto spesso modo di pensare a quanto sia bello quel tipo di legame, quello fatto di tanti momenti felici e altrettanto tristi, di momenti in cui essere seri è fondamentale e altri in cui prendere la situazione con la dovuta ironica e con sarcasmo è l’unico modo per uscirne e ritrovare il sorriso perso.
Che dire? Ci voleva proprio una lettura come questa! Insieme a Principessa ma non troppo ho passato dei pomeriggi di spensieratezza, di felicità; attimi di riflessione, di serenità, di accettazione e di perdono. Non avevo letto nulla prima di oggi di Nora Stevens ma so per certo che da oggi lo farò; recupererò ciò che ha scritto in precedenza e non mi perderò nessuna prossima uscita di questa autrice. Tra i vari generi, le tematiche che un romanzo tratta, sento il bisogno anche di leggere storie di vita reale raccontate proprio come ha fatto Nora: con semplicità, con serietà mista all’ironia e al sarcasmo…ma pur sempre in modo tale da lasciare un segno indelebile nella “me” lettrice e persona.🤍
VOTO: ⭐ ⭐ ⭐ ⭐


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