Recensione romanzo: Emma’s Theory di Daniela Volonté

SINOSSI:

Il mio nome è Emma Wood. Ho ventidue anni, senza presunzione posso definirmi una bella ragazza. Vivo nell’Upper West Side a New York City. Mi piace seguire le mode, ma se state pensando che io sia la classica bionda svampita, mi dispiace, devo correggervi. Sono laureata in Matematica e oltre ai numeri, la mia passione è formare coppie.
E proprio per aiutare le persone a costruire un rapporto duraturo, insieme alla mia amica Harriet, ho elaborato un’applicazione geniale che calcola la perfetta affinità di coppia.
Ho solo un problema: il mio vicino di casa ha la tendenza a smontare ogni idea che mi passa per la mente.

Sono George Knight e se qualcuno dovesse chiedermi di descrivermi risponderei: avvocato di successo. Ho uno studio che porta il mio cognome, ma nessuno mi ha mai regalato nulla. Lavoro tanto e sodo. Gli unici svaghi che mi concedo sono le donne e le sigarette.
Considero i Wood un’estensione della mia famiglia naturale e come tale, tendo a essere accondiscendente verso l’ipocondria di Henry e paziente nei confronti della figlia Emma.
Adesso lei se n’è uscita con questa folle teoria del misurare l’amore tra due persone.
Mi domando: i sentimenti possono essere misurati?
Ho il presentimento che si stia mettendo nei guai e che trascinerà a picco anche a me!

Confesso di non aver ancora letto Emma di Jane Austen ma ho visto sia il film del 1996 con Gwyneth Paltrow e Jeremy Northam, sia quello del 2020 con Anya Taylor-Joy e Johnny Flynn e conosco la storia. Per questo motivo non ho esitato un solo istante ad intraprendere questa nuova collaborazione con Daniela Volonté, che mi ha incuriosita particolarmente in quanto non sono solita leggere molti Retelling. Certo, scrivere una storia di un romanzo così conosciuto e importante di un’autrice altrettanto rilevante non è per nulla facile; non avendo esplorato a pieno questo genere non sapevo cosa aspettarmi ma a fine lettura posso ritenermi molto soddisfatta e soprattutto curiosa di approcciarmi ancora al genere e leggere altri Retelling interessanti come quello di Daniela. Per come la vedo io, un Retelling può essere visto come quel tipo di romanzo che, se scritto bene, può far avvicinare i giovani lettori ai Classici e leggendo Emma’s Theory ho avuto proprio questa sensazione. Ecco perché voglio avvicinarmi di più a questo genere che sicuramente sta prendendo sempre più piede oggi e che può avere un impatto positivo su un giovane lettore.

La scrittura di Daniela si conferma ancora una volta coinvolgente, fluida e ben articolata. Il romanzo è molto scorrevole e appassionante, tant’è che l’ho letto in poche ore. È presente il doppio POV che rimane la chiave vincente in ogni tipo di romanzo in quanto permette al lettore di immedesimarsi meglio nella storia che sta leggendo e soprattutto nel personaggio che in quel momento prende la parola. Ho apprezzato le descrizioni presenti in Emma’s Theory e che sono, oltre che all’invenzione dell’app, un chiaro esempio di rilettura moderna del classico della Austen. Facevo riferimento poc’anzi ad un’applicazione perché, a differenza del Classico, in Emma’s Theory, Emma fa della sua passione nel combinare incontri un vero e proprio lavoro. Mi è piaciuto molto il modo in cui Daniela ha inserito il mondo della tecnologia; inevitabile un sorriso se si pensa al fatto che l’originale sia stato pubblicato nel 1816, una data lontana al 1990, anno in cui sembra risalire la creazione della prima app quando il sistema NeXT di casa Apple lanciò l’Electronic AppWrapper.

Le tematiche trattate in questo Retelling sono le medesime, ovviamente, di quelle del Classico al quale si è ispirata Daniela per la stesura del suo romanzo. Spicca, tra tutti, il tema del fraintendimento in amore. Altra tematica presente e molto importante anche oggi è la reputazione sociale; non mancano episodi nei quali viene data importanza alla tematica dell’amicizia, dell’amore, della famiglia e, soprattutto, della consapevolezza. Quest’ultima si divide in due strade nel corso delle pagine; strade che riescono ad incontrarsi solo alla fine del romanzo, rendendolo veramente meraviglioso ed emozionante. Possiamo associare questa parola direttamente alla nostra Emma, la quale, dopo essersi cacciata spesso nei guai, prende consapevolezza non solo di come poter effettivamente usare la sua preziosa applicazione, senza ferire in alcun modo i sentimenti delle persone che ama e senza intervenire in maniera a volte troppo immatura nelle vite amorose altrui; ma arriva per lei un altro tipo di consapevolezza direttamente collegata a quella sopra citata. Emma ben presto si rende conto di quanto la vita non abbia bisogno di qualcuno che muova le pedine al suo posto, si rende conto che l’amore è un sentimento che nasce in maniera spontanea e quando lo fa è così forte da andare oltre ogni logica e convinzione. Un altro personaggio che prenderà consapevolezza dei suoi sentimenti sarà proprio George.

Da sempre amante delle storie d’amore nelle quali predomina un’importante differenza di età, non potevo non amare la storia di Emma e George, in ogni suo aspetto. Di loro come coppia ho apprezzato la crescita che hanno avuto nel romanzo; sono passati da conoscenti, ad amici, poi migliori amici e complici e alla fine innamorati. Il primo vero amore, ecco cosa sono. Mi è piaciuto come Daniela ha sottolineato la costante presenza di George nella vita di Emma e il suo modo di prendersi cura di lei e proteggerla, anche a costo di risultare spesso rude. Quello di George è un carattere che personalmente amo e col quale mi piacerebbe molto relazionarmi; non vi nascondo che sono molto simile ad Emma (a livello sempre caratteriale) e una storia come la loro, fatta di litigi, incomprensioni, chiarimenti e tanto amore, mi piacerebbe molto. Insomma, ho sognato ad occhi aperti e spesso ho immaginato di essere proprio Emma. Quante volte avrei risposto a tono al caro George? Forse mille! Quante volte, nei panni di Emma, mi sarei meritata una di quelle risposte secche e aspre, una risposta a tono tipica di George? Forse duemila! 🤣 La verità è che un amore per definirsi veramente completo ed incondizionato deve avere anche e soprattutto momenti di litigio, quello fatto di sfuriate vere e proprie e seguito da una riconciliazione che rende lo rende ancora più forte e, si spera, duraturo. Non amo le storie sdolcinate, quelle fatte di piccoli litigi quasi senza senso e che non portano ad un vero e proprio chiarimento; non amo neanche le storie d’amore nelle quali non si litiga mai, quelle che ti fanno vedere una visione distorta dell’amore. Se dovessi parlarvi di un amore che vorrei vivere in prima persona vi parlerei proprio di quello tra Emma e George. E se dovessi descrivervi il mio uomo ideale, lo farei pensando proprio a quest’ultimo. Dite che mi ha conquistata George? 😜

Gli altri personaggi presenti in Emma’s Theory hanno lo stesso ruolo della storia originale e devo dire che Daniela è stata molto brava anche in questo; reinserire gli stessi personaggi in un contesto diverso e soprattutto in un’epoca diversa, credo sia stata la vera sfida. Ogni personaggio ha un suo perché, è ben descritto e le pagine ad esso dedicate ti fanno entrare subito in sintonia, tanto da far nascere dentro di te una forte simpatia o antipatia nei confronti del personaggio in questione. Inutile sottolineare il fatto che io sia ASSOLUTAMENTE d’accordo con la visione che George ha di Phil e Frank; a tal proposito…posso entrare anch’io nel romanzo e aprire gli occhi alla cara Emma? Va bene vedere ‘il buono’ in tutti…ma anche meno, insomma!

Un rapporto che mi è piaciuto per la sua nascita e per l’evoluzione, è quello tra Emma e Harriet. Leggere le loro pagine, i loro dialoghi pieni di amicizia e supporto, il loro modo di supportarsi a vicenda e la felicità con la quale intraprendono un nuovo percorso verso la realizzazione dell’app, è stato davvero molto bello. Anche in questa circostanza ho notato una certa protezione di Emma nei confronti di Harriet e non ho potuto fare a meno di sorridere e associarla a quella che George prova nei confronti di Emma; protezione del tutto diversa, ovviamente, e credo proprio che Daniela abbia giocato su questa diversità per far capire al lettore quanto siano vicini talvolta i sentimenti di protezione e di gelosia. Amore o amicizia? Attraverso le parole di Daniela capiamo quanto George sia tutt’altro che amico di Emma; come? Mettendolo in relazione ad Harriet. Davvero molto bello in ogni suo aspetto; complimenti.

Emma’s Theory è un Retelling in ogni suo aspetto. Leggendolo puoi immaginare di ritrovarti nei primi anni dell’Ottocento ma con un pizzico di modernità, di attualità, che rende il romanzo adatto non solo a chi ha già letto Emma di Jane Austen ma anche a chi si sta approcciando per la prima volta a questo classico, in una maniera del tutto nuova. I personaggi sono credibili e le tematiche presenti e così sviluppate possono essere ricondotte al mondo di ieri ma anche a quello di oggi. I “novellini” si appassioneranno alla storia d’amore di Emma e George, i “veterani” si godranno questa storia in una chiave nuova che, sono sicura, li conquisterà come ha conquistato me. 💚

VOTO: ⭐⭐⭐⭐⭐

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