Recensione romanzo: La perla della speranza di Maria Cristina Pizzuto.

Trama:

Una comitiva di trenta persone si ritrova a fare un viaggio organizzato a Castel Marina. Per sette di loro, tuttavia, la vacanza si preannuncia diversa dal solito…
Tra gli spiriti e i fantasmi del passato e le vite dei protagonisti cariche di problemi irrisolti, il maestoso castello sulla scogliera è teatro di una commovente storia il cui filo rosso è uno e solo: il coraggio di sconfiggere i propri demoni.

A differenza della trilogia La vendetta di Nirak, La perla della speranza ha quel qualcosa in più che mi ha fatto apprezzare completamente la lettura.

Inizialmente ho fatto un po’ di fatica a legare i due titoli e a “rimanere concentrata” durante la lettura di quest’ultimo libro; molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che non ho apprezzato a pieno La vedetta di Nirak. Quando è cambiato il mio pensiero su La perla della speranza? Principalmente nel fulcro della storia. Nel momento in cui tutto ha avuto un senso, in particolare il ruolo di Sabrina all’interno del romanzo…e anche quello di Jacopo. Mi è piaciuto il messaggio che Maria Cristina ha voluto dare tramite i suoi personaggi ai lettori e la curiosità di scoprire come avrebbero fatto a sconfiggere i loro demoni mi ha spinta a leggere il romanzo in soli due giorni. La perla della speranza è un romanzo che va ben oltre il suo genere, il fantasy, e l’ho apprezzato tantissimo anche per questo. 

La scrittura dell’autrice, in questo sequel della storia ambientata a Castel Marina, è molto più matura e ciò lo si nota soprattutto dal modo in cui vengono descritti i personaggi, e ancora di più le loro emozioni. Molto interessanti e ben sviluppate le tematiche, accomunate da un unico messaggio molto importante del quale parleremo in seguito. Continua la narrazione in terza persona ma in questo caso mi è piaciuta questa scelta perché, a differenza della prima, i protagonisti sono più al centro dell’attenzione; abbiamo molti più dialoghi, molte interazioni pur essendo ancora un libro ricco di descrizioni assolutamente utili. 

I personaggi presenti in La perla della speranza sono un bel gruppo e ciascuno di loro viene sviluppato in maniera impeccabile dall’autrice. Riesci a relazionarti a ogni singola persona presente nella storia e ti senti molto vicina al loro dolore, alla loro sofferenza. In questa circostanza sia la vendetta di Nirak, che nell’omonimo libro è predominante, viene messa in secondo piano per dare spazio al personaggio di Sabrina e alla sua storia d’amore, molto particolare ed emozionante, con Jacopo. 

Le tematiche sviluppate in La perla della speranza sono tutte concentrate verso la crescita interiore e la crescita dei rapporti fra i personaggi. È stato molto bello leggere i vari momenti di interazione tra i personaggi, molto ben scritta la parte in cui ognuno di loro si trovava faccia a faccia con i propri demoni. In che modo? Tramite i sogni. Ebbene sì, questo aspetto del romanzo torna anche in La perla della speranza e mi è piaciuto il modo in cui è stato sviluppato. Un’altra tematica predominante è l’amore. Quello che supera il tempo e lo spazio, gli ostacoli della vita. Un amore che è riuscito ad emozionarmi anche nei momenti in cui i due diretti interessati, Sabrina e Jacopo, non avevano punti di contatto. 

Come vi dicevo, l’esplorazione del proprio “io”, l’importanza di superare i propri limiti e le proprie paure e il coraggio di farlo, hanno fatto sì che La perla della speranza, mi emozionasse a tal punto da dimenticarmi di tutto quello che c’era intorno ai protagonisti e alle loro paure: la vendetta di Nirak e il ruolo di Elisabetta nella storia, e il perché questi due personaggi continuassero a perseguitare i turisti del Castel Marina. Tutto ha avuto un senso, grazie a questo meraviglioso gruppo che è diventato famiglia. 

Mi piacerebbe tanto concludere questa recensione con una citazione che mi è entrata nel cuore di La perla della speranza «Il più grande regalo che una persona possa fare a un’altra è la consapevolezza di se stessa, e questo crea una fortissima irradiazione luminosa negli spiriti dei due soggetti». Credo che sia tutto racchiuso in queste poche righe. Il mio invito a leggere questo romanzo è qui. Perché niente è più importante della consapevolezza di se stessi. Riuscire ad essere in grado di riconoscere se stessi è la prima forma di amor proprio. E La perla della speranza insegna proprio questo. 

VOTO: ⭐⭐⭐⭐

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