Recensione romanzo: Il lieto fine non esiste di Daniela Volonté

TRAMA:

“Questa storia era una bolla di sapone destinata a scoppiare, eppure lì dentro c’era tutta l’aria di cui avevo bisogno per sopravvivere”.

Maggie ha un animo gentile, disponibile e accondiscendente con tutti e proprio questo suo carattere l’ha portata ad accettare una relazione segreta sfumata nel dover organizzare il matrimonio del suo amante. 

Giura a se stessa di non comportarsi mai più da crocerossina, ma quando ascolta una melodia che le rapisce il cuore e le prende l’anima forse dovrà cambiare idea.

William ha un passato turbolento e convivere con il suo senso di colpa è ormai impossibile, perciò decide di sparire nel nulla e di far parte di quel popolo di invisibili che si muove per New York City senza lasciare traccia.

Eppure un giorno viene visto davvero e da allora niente sarà più come prima.

Solo una cosa li accomuna: entrambi sanno che il lieto fine non esiste.

Ogni libro letto di Daniela Volonté, fino ad oggi, è riuscito a catturare la mia attenzione e la mia curiosità fin dalle prime pagine. La sua semplicità nel raccontare una storia, la delicatezza nell’inserire tematiche importanti e capaci di permettere al lettore di interrogarsi sull’argomento di cui sta leggendo, sono delle costanti nei suoi libri. È la caratteristica che apprezzo di più di questa autrice. La particolarità di Il lieto fine non esiste è che sembra catapultarti proprio nel mondo delle favole ma in questo caso specifico il principe azzurro tanto amato da noi ragazze non è come ci viene descritto nelle favole…apparentemente! Ma se da un lato il romanzo ci catapulta nel mondo delle favole, in una versione più moderna, dall’altra ha la capacità di gettare uno sguardo schietto e onesto sulla condizione umana, inserendo una componente che è una costante nella vita di tutti noi, un elemento che può essere letto come il sinonimo della parola felicità: la musica. È un romanzo che ci invita a riflettere sulla vita, attraverso i suoi lati più oscuri e sofferenti, in maniera realistica. Una favola moderna, appunto, dove non tutto è come sembra, dove il lieto fine arriva solo dopo tanti non lieto fine, dopo tanti momenti di sconforto, paura, rassegnazione, sofferenza. Il lieto fine non esiste sembra un racconto di vita reale più che un romanzo di pura invenzione, e questo realismo lo si deve sicuramente alla penna sincera dell’autrice che è stata capace non solo di descrivere situazioni ma anche immedesimarsi in maniera ineccepibile nell’animo dei suoi personaggi.

La scrittura di Daniela Volonté si conferma incisiva, coinvolgente e fluida; ricca di descrizioni che aiutano il lettore ad immedesimarsi al meglio nella storia raccontata. La presenza del doppio POV è fondamentale soprattutto per distinguere la diversa condizione umana che vivono i nostri due protagonisti che sono stati delineati in maniera impeccabile dall’autrice; lo stesso discorso vale per gli altri personaggi presenti nella storia che vengono inseriti all’interno del romanzo nelle giuste modalità e rimanendo fedeli e lineari al proseguimento della storia. Attraverso la sua scrittura Daniela riesce a trasmettere emozioni complesse, attimi di vita reale, senza mai cadere nel banale e nel sentimentalismo.

Le tematiche presenti in Il lieto fine non esiste riguardano, come già anticipato, la condizione umana; tematiche complesse e dolorose trattate con estrema delicatezza dall’autrice. Senza fare troppi spoiler e restando, quindi, sul generale in Il lieto fine non esiste si parla di: abbandono, sofferenza, rinuncia, emarginazione ed integrazione, ricatto, amicizia, famiglia, menzogne, amore artefatto e amore genuino. Predominanti sono: perdita, solitudine e speranza. Tre termini protagonisti della storia. Non c’è stata una sola tematica che ha prevalso sulle altre; tutto è lineare, ben sviluppato in questo romanzo di Daniela. Le emozioni sono tante, contrastanti, proprio come quelle che provano i personaggi del libro; immedesimarsi in ogni situazione è stato facile. La complessità di queste tematiche offre al lettore una lettura intensa e realistica che personalmente ho apprezzato tanto, così come ho apprezzato questa rappresentazione cruda della realtà, delle esperienze umane.

Impossibile non innamorarsi di Maggie e William, più che della loro storia di coppia di quella di singoli individui. Il passato di William è stato una vera e propria montagna russa; alcuni avvenimenti l’hanno colpito in modo permanente e più che cercare il perdono negli altri, deve riuscire a trovarlo dentro di sé. William è un personaggio apparentemente complesso ma che, in realtà, rappresenta al meglio tutto ciò che l’essere umano è; un mix di fragilità, di paura, di rinuncia. E Maggie? Lei è la speranza. Quella che vive dentro l’animo di ognuno di noi. Speranza di svegliarsi e scoprire di vivere in un mondo migliore, lontano dai pregiudizi, dalle barbarie; speranza di credere di nuovo nell’amore verso gli altri, nell’amore per la vita…nonostante molto spesso ci metta con le spalle al muro.

Il lieto fine non esiste è la storia di una donna che non si ferma alle apparenze, che riesce ad andare oltre i pregiudizi, che ha e dona speranza e di un uomo che, grazie a questa donna, scopre quanto sia bello tornare nuovamente a vivere, ad assaporare ogni aspetto di questa imprevedibile ma meravigliosa vita, un uomo che accetta i suoi errori e si perdona. Di un uomo e di una donna che non vivono di speranza, ma che sono speranza. È la storia di Biancaneve e del cacciatore, il principe più improbabile delle fiabe che tutti noi abbiamo letto da bambini. È la storia non di un lieto fine ma di mille meravigliosi nuovi inizi. 🤍

VOTO: ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐

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