Recensione film: Dune – Parte due.

Trama:

Paul Atreides si raduna dietro Chani e i Fremen mentre trama la sua vendetta contro coloro che hanno distrutto la sua famiglia. Deve fare di tutto per prevenire un terribile futuro che solo lui può prevedere.

Il pomeriggio del 2 marzo sono stata al cinema con l’entusiasmo di immergermi nella seconda parte di Dune, il film epico diretto da Denis Villeneuve e interpretato da un cast di talento, tra cui spiccano nomi come Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Javier Bardem, Zendaya, Josh Brolin, Austin Butler e Florence Pugh. Avevo già avuto l’occasione di apprezzare la prima parte del film; un’esperienza cinematografica che mi ha sorpreso positivamente, soprattutto considerando che non è il genere a cui solitamente mi avvicino. Dopo aver letto il libro, a seguito dell’uscita della prima parte di Dune (la recensione di quest’ultima è disponibile sul blog), mi sono preparata con entusiasmo e aspettative elevate per affrontare la seconda parte di questa straordinaria avventura cinematografica. Ne sono rimasta delusa? Assolutamente no! Dune – Parte Due ha superato le mie aspettative, rivelando un fascino ancora più profondo, coinvolgente e avvincente rispetto alla prima parte (più introduttiva riguardo ai personaggi e alla trama in sé). Questa seconda parte ci ha immersi completamente nella vita ad Arrakis, con i suoi combattimenti, le continue sfide, negli amori nati e nei legami che si instaurano per vari scopi. Un elemento cruciale è stato lo sviluppo della parte emotiva dei personaggi; in modo molto suggestivo, assistiamo a una profonda trasformazione di Paul nel corso del film, quasi a suggerire un importante cambiamento che potrebbe delinearsi nel terzo capitolo di Villeneuve (ancora non ufficialmente confermato… speriamo che sia solo questione di tempo! 🤞); il percorso evolutivo del protagonista, magistralmente interpretato da Timothée Chalamet, ha catturato la mia attenzione e non vi nascondo che ne sono rimasta completamente affascinata. Un altro elemento che mi è piaciuto molto è stata la linearità della storia e le diverse e intriganti visioni che Villeneuve ha dato ad alcuni personaggi, spesso divergenti rispetto ai loro ruoli nel libro di Herbert. Un esempio lampante è il personaggio di Chani, interpretata da Zendaya, che nel film ha le sue idee e le difende con fermezza, distinguendosi per la sua autonomia rispetto alle decisioni di Paul (a differenza del libro). Anche la reinterpretazione del rapporto tra Lady Jessica e Alia, sebbene non completamente diversa da quanto ricordassi dal libro, è stata interessante. La prospettiva di Villeneuve, incluso l’apporto di piccoli cambiamenti, ha, a mio parere, coinvolto il pubblico in modo più profondo, soprattutto per chi, senza aver letto il libro di Herbert, si è appassionato alla coinvolgente prima parte del film. Che dire del cast? Senza dubbio di eccellente qualità. Tuttavia, per un gusto personale, posso dirvi che alcuni attori mi hanno coinvolto più a fondo di altri, nonostante le loro storie di personaggi mi siano piaciute. Sono rimasta piacevolmente sorpresa e colpita dall’interpretazione di Austin Butler. Per quanto riguarda Timothée Chalamet, la sua performance è un caso a parte… semplicemente magistrale! La sua capacità di dare vita al personaggio è straordinaria e ha contribuito in modo significativo al successo complessivo del film. Scenografia e fotografia spettacolari: le immagini di Dune – Parte Due non sono semplicemente scene in movimento, ma sembrano prendere vita trasformandosi in meravigliosi dipinti in movimento, il tutto viene reso più suggestivo dagli effetti sonori e dalle musiche scelte per il film. Infine, Dune – Parte Due si contraddistingue per la sua capacità di esplorare in profondità tematiche complesse, offrendo uno sguardo articolato su questioni umane e sociali all’interno di un universo di fantascienza straordinario.

Come già anticipato nell’introduzione, Dune – Parte Due supera con successo la complessa trama del romanzo di Frank Herbert. La scenografia e la fotografia si rivelano spettacolari, estrema è la cura nei dettagli ed piccoli cambiamenti, che emergono in modo magnifico sul grande schermo, donano alla trama una linearità che coinvolge tutto il suo pubblico. La colonna sonora accompagna con precisione i momenti chiave della storia, sottolineando efficacemente l’importanza delle scene. Guardando alla prima e alla seconda parte di Dune mi sento di dire che Villeneuve ha suddiviso il film in due momenti distinti: uno riflessivo (Dune – Parte Prima) e l’altro d’azione (Dune – Parte Due). Entrambi sono notevoli, ma il primo, secondo me, risulta leggermente più lento. Sembrerebbe quasi che Villeneuve voglia dare al pubblico il tempo di immergersi completamente nella complessità della trama, consentendo una familiarità più approfondita con il mondo di Dune. C’è riuscito? Dopo aver visto entrambe le parti direi proprio di si!

Dune – Parte Due esplora una serie di tematiche complesse. La politica e il potere emergono chiaramente attraverso la lotta per il controllo di Arrakis e della preziosa “spezia”. Il destino e la profezia sono centrali nella figura di Paul Atreides. Si affrontano questioni ecologiche e ambientali, ribellione e sopravvivenza, oltre alla complessità delle relazioni familiari. Tuttavia, il tema centrale ruota attorno al sacrificio e alla redenzione, evidenziando quei momenti in cui i personaggi sono chiamati a compiere sacrifici per il bene comune e il raggiungimento di obiettivi più elevati.

La selezione degli attori operata da Villeneuve raggiunge un livello di eccellenza, con volti noti dal primo Dune e nuove aggiunte in questa seconda parte. Timothée Chalamet, nel ruolo di Paul Atreides, continua a dimostrare la sua maestria interpretativa, passando senza sforzo da un ruolo all’altro. Timothée Chalamet è per me l’attore che riesce sempre a toccare le corde emotive in ogni suo ruolo. Ho amato la sua interpretazione in Bones and All, nella prima parte di Dune e il suo straordinario lavoro in Wonka. Il film Beautiful Boy continua a essere un’esperienza intensa per me; con la sua intensità e la struggente resa di Chalamet, continua a rappresentare una sfida emotiva personale. Potrei parlare di lui per ore, perché quando compare sullo schermo, il suo magnetismo rende tutto il resto quasi irrilevante. Forse è proprio la forza di Timothée Chalamet sullo schermo che ha oscurato, per me, l’interpretazione di Zendaya, nonostante il mio sincero apprezzamento per il personaggio di Chani e la visione proposta da Villeneuve, molto più affine anche ai nostri giorni. Pur riconoscendo i numerosi elogi che ha ricevuto, il modo di recitare di Zendaya non riesce a coinvolgermi completamente, e questo non si limita solo a Dune. Anche nella storia d’amore e nella chimica tra Paul e Chani, la maggiore empatia sembra derivare dalla straordinaria bravura di Timothée; sicuramente questo mio pensiero è dovuto al fatto che Chalamet per me è il miglior attore della nostra generazione, ma a dire il vero ho visto altri film con protagonista Zendaya, e non riesco comunque a percepire lo stesso coinvolgimento che ho sperimentato nei suoi momenti con Chalamet (esempio: la scena con Rebecca e Zendaya ha una sua importanza ma non mi ha convinta del tutto), ecco perché sottolineo l’importanza del contributo di quest’ultimo alla loro storia. Ciò che mi ha affascinato di più nella loro relazione è stata la narrazione di un amore che si intreccia tra destino e profezia, e in maniera particolare la scelta di Villeneuve di far comunicare i due innamorati attraverso gesti, parole e dettagli significativi, come il colore azzurro indossato da Chani in alcune circostanze e poi tolto. Piccoli dettagli che hanno reso questa storia diversa da molte altre viste. Per quanto riguarda Florence Pugh di solito l’apprezzo molto nelle sue interpretazioni, ma stavolta non è riuscita a colpirmi particolarmente. Il suo ruolo di Irulan non ha raggiunto l’intensità e la forza che mi aspettavo; la mia speranza è che nella terza parte di Dune possa emergere con una performance più incisiva e avvincente, soprattutto considerando gli sviluppi della trama che riguardano il suo personaggio. Per farvi un esempio: l’entrata in scena di Chani nella prima parte di Dune, per me, è di gran lunga superiore all’introduzione di Irulan; è stata più coinvolgente. Javier Bardem e Josh Brolin sono stati veramente eccezionali, ma devo ammettere che Bardem, con la sua fede forte, è stato motivo di leggerezza e anche di riflessione, secondo me, nei vari scontri e nei passaggi più cruciali e intensi del film. Nulla da dire su Rebecca Ferguson, nel ruolo di Lady Jessica; ha interpretato il personaggio in modo così convincente che in alcuni momenti avevo davvero voglia di urlarle contro per determinate scelte e parole dette. Ma questo è il segno di quanto sia stata brava nel suo ruolo. Austin Butler, solo tre parole: oh mamma mia! 😲 Ha incarnato alla perfezione il personaggio di Faykan Corrino, risultando essenziale per la trama. Il duello epico con Paul è stato pazzesco, così coinvolgente da togliermi davvero il fiato. Quei momenti in cui Austin aveva l’attenzione di tutti sul grande schermo ha mostrato quanto sia bravo e quanto sia cresciuto da quando l’ho visto l’ultima volta. È stato davvero spettacolare vedere il suo talento in azione.

Nell’attesa di ricevere la conferma della terza parte e successivamente di poterla vedere, posso affermare che Dune – Parte Due è un vero e proprio capolavoro cinematografico che cattura l’essenza epica e avvincente della saga di Frank Herbert. La storia avvincente, la maestria tecnica e l’emozione trasportano lo spettatore in un viaggio straordinario, confermando il film come un’opera cinematografica di grande rilievo.

VOTO: ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐

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