RECENSIONE SERIE TV: BRIDGERTON – terza stagione.

Trama:

Londra si ripopola: sta per iniziare la nuova stagione. Penelope Featherington, dopo aver sentito le parole denigratorie di Colin Bridgerton nei suoi confronti, ha finalmente preso due decisioni. La prima è accantonare per sempre la cotta che ha da anni per lui. La seconda è trovare un marito. Uno che le garantisca sufficiente indipendenza per continuare la sua doppia vita come Lady Whistledown, lontano dalla madre e dalle sorelle. Ma la mancanza di autostima fa sì che i suoi tentativi di sposarsi falliscano clamorosamente. Nel frattempo Colin è tornato dai suoi viaggi estivi con un nuovo look e un atteggiamento molto spavaldo. Ma è sconcertato nel constatare che Penelope, l’unica persona che lo ha sempre apprezzato così com’era, lo stia di fatto evitando. Desideroso di riconquistare la sua amicizia, Colin si offre di farle da mentore per aiutarla a trovare fiducia in se stessa e quindi un marito. Ma quando le sue lezioni iniziano a sortire un effetto anche troppo positivo, Colin è costretto a chiedersi se i suoi sentimenti per la ragazza siano davvero solo amichevoli. A complicare le cose per Penelope interviene la rottura con Eloise che ha trovato una nuova amica in una persona davvero insospettabile. Il tutto mentre mantenere segreto il suo alter ego di Lady Whistledown diventa più difficile ogni giorno che passa.

Non vedevo l’ora di scoprire come si sarebbe evoluta la storia tra Penelope e Colin. Fin dalla prima stagione, infatti, questi due personaggi mi avevano particolarmente incuriosita e speravo tanto che la stagione dedicata a loro fosse avvincente e appassionante quanto quella di Anthony e Kate, fratello Bridgerton che inizialmente non mi aveva colpita particolarmente, ma che ho rivalutato grazie alla sua stagione, attualmente la più bella delle tre uscite. Nella terza stagione, i primi quattro episodi sembravano promettere grandi cose per gli altri restanti quattro. C’erano romanticismo, colpi di scena e una crescita personale, soprattutto di Penelope, che mi avevano catturata e affascinata. Un salto di qualità non indifferente. Ero ansiosa di scoprire la conclusione della stagione e il ruolo di Eloise, un’altra mia preferita dalla prima stagione della serie, che ha avuto un’importanza cruciale nel percorso di Penelope. Sebbene il ruolo di Eloise possa sembrare un po’ cattivello, credo che fosse motivato da una giusta causa. Il suo comportamento è stato cruciale per aiutare Penelope a trovare il coraggio di rivelare il suo grande segreto a tutti, e soprattutto a Colin. A differenza di molti pareri letti in giro, a me questo lato di Eloise è piaciuto tanto. Non l’ho vissuto come un suo aspetto negativo. Un’altra curiosità era come Colin avrebbe scoperto di essere innamorato di Penelope, innamorata di lui dalla prima volta che l’ha visto. Mi ha delusa questo aspetto? Un po’ si. Mi è sembrato tutto troppo affrettato, come se Il bello addormentato si fosse risvegliato dal lungo sonno e, solo dopo che Penelope aveva iniziato a cercare marito, si fosse reso conto di essere innamorato di lei da sempre. Certo, le scene in cui lui l’aiuta a trovare un marito e soprattutto ad avere fiducia in se stessa sono state molto belle, alcune emozionanti e altre riflessive, ma il suo risveglio è avvenuto in modo troppo improvviso e brusco, passando da un totale disinteresse nei confronti di Penelope a un “sposiamoci anche adesso”. Sì, con calma…

Questo aspetto, quindi, già mi aveva lasciata un bel pò perplessa. Devo dire, però, che anche altri aspetti del suo personaggio non mi hanno entusiasmata, ma la loro chimica come coppia è stata la chiave vincente, secondo me. Siete curiosi di sapere cosa non mi ha convinta di Colin? E cosa ne penso di Penelope? Continuate a leggere la mia recensione!

Poi, nei restanti otto episodi, cosa è successo? Non che l’evoluzione e la conclusione della storia non fossero chiari, ovvio, ma l’inserimento di tutte quelle trame secondarie mi ha lasciata un po’ disorientata. Era come se avessi iniziato a guardare un film d’azione e, dopo un pisolino, mi fossi risvegliata davanti a una commedia romantica: “Come sono finita qui?”

La terza stagione di Bridgerton, comunque, mette in luce la crescita personale di Penelope, che lotta con la propria identità e la vita segreta come scrittrice di gossip. Mi è piaciuto il messaggio di indipendenza e forza lanciato dalla protagonista e penso che sia stato un modo per far identificare molte giovani donne in lei, ma alcuni aspetti della stagione, come la troppa modernizzazione e alcune scelte narrative, non mi hanno convinta del tutto.

Come accennato precedentemente, la terza stagione di Bridgerton sembra divisa in due parti ben distinte: i primi quattro episodi sono incisivi, accattivanti e pieni di curiosità, mentre gli ultimi quattro risultano lenti e a tratti confusi. Non ho apprezzato molto come sono state intrecciate le varie trame. Sebbene sia importante dare spazio agli altri membri della famiglia Bridgerton e introdurre le loro storie, mi è sembrato che queste abbiano oscurato la trama principale. La stagione era dedicata a Colin e Penelope solo per metà, il che mi ha spinta a voler recuperare il libro che racconta la loro storia d’amore il prima possibile.

L’ambientazione, la colonna sonora e gli interpreti sono ben scelti. Nicola Coughlan, nel ruolo di Penelope, è semplicemente perfetta, mentre Luke Newton, nei panni di Colin, mi aveva convinto di più nelle stagioni precedenti. Questa volta il suo ruolo, soprattutto nella seconda parte, mi è sembrato un po’ meno incisivo, probabilmente perché la narrazione ha privilegiato Penelope, il suo segreto e il suo valore sia come donna che come donna in carriera.

La terza stagione di Bridgerton affronta una serie di tematiche profonde, ma il risultato finale, per un mio gusto personale, ha degli alti e bassi. Il tema dell’amore e della crescita personale è centrale, con Penelope che lotta con la propria identità e il segreto della sua doppia vita come scrittrice di gossip. Il viaggio di auto-accettazione di Penelope è ben rappresentato, ma la figura di Colin in questo contesto lascia molto a desiderare. La sua caratterizzazione risulta anonima e poco di supporto a Penelope. Durante la sua confessione, Colin appare sorprendentemente distaccato e non mostra le emozioni forti che mi aspettavo, come rabbia o risentimento per non essere stato completamente informato e coinvolto prima in questo segreto. Per il periodo in cui è stato ambientato, ci sta anche il suo discorso riguardo la famiglia e la “vergogna” che il lavoro di Penelope porta nelle loro vite. Funziona sì, ma volevo qualcosa in più. Questo suo comportamento limita il suo ruolo nella lotta interiore della protagonista, rendendolo marginale e poco incisivo. La mancanza di una risposta emotiva più profonda da parte di Colin ha minato la credibilità e l’impatto emotivo della loro storia, influenzando negativamente il risultato complessivo, per me. Le dinamiche familiari e il ruolo delle donne nella società dell’epoca sono esplorati con una certa profondità in questa stagione di Bridgerton. La serie fa un ottimo lavoro nel rivelare come le aspettative sociali e i ruoli predefiniti influiscano sulle vite dei protagonisti, offrendo uno sguardo dettagliato e critico sulle pressioni e sulle restrizioni che caratterizzano l’epoca. Da un lato, la stagione evidenzia le complesse relazioni all’interno della famiglia Bridgerton, mostrando come le aspettative di comportamento e i ruoli tradizionali influenzino le loro decisioni e interazioni. Queste dinamiche familiari sono trattate con attenzione e complessità, offrendo uno spaccato autentico delle sfide quotidiane che i membri della famiglia affrontano per mantenere l’armonia e soddisfare le aspettative sociali. Dall’altro lato, l’analisi del ruolo delle donne è particolarmente rilevante. La stagione mette in luce le lotte per l’indipendenza e la dignità di Penelope e della altre protagoniste, anche in parte di Francesca, spesso intrappolate tra il desiderio di seguire le proprie ambizioni e le limitazioni imposte dalla società. I personaggi femminili sono dipinti con grande realismo, dimostrando come la loro lotta per affermarsi sia una battaglia costante contro le convenzioni del tempo. Qui c’è un po’ di modernità che non mi è dispiaciuta.

In conclusione, questa stagione di Bridgerton affronta tematiche fondamentali e rilevanti per i giorni nostri, ma in alcuni aspetti risulta poco credibile per l’epoca in cui è stato ambientato. La modernizzazione di certi elementi sembra eccessiva, come dimostra il cambiamento finale di Francesca e del suo interesse amoroso e di altri aspetti che hanno fatto meno discutere rispetto a questo citato; non mi ha convinto del tutto. Forse avevo delle aspettative troppo alte? Sì, probabile. Tuttavia devo ammettere che la stagione, sebbene ricca di spunti interessanti e messaggi potenti soprattutto per le donne, a volte appare forzata nel tentativo di allinearsi con valori contemporanei.

VOTO: ⭐️⭐️⭐️½

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