Recensione serie tv: Only Murders in The Building.

Stagioni: 1,2,3,4.

Sinossi:

Only Murders in the Building è una serie TV che combina commedia e mistero, creata da Steve Martin e John Hoffman. La storia ruota attorno a tre sconosciuti, Charles (Steve Martin), Oliver (Martin Short) e Mabel (Selena Gomez), che vivono nello stesso elegante condominio a New York, l’Arconia. I tre condividono la passione per i podcast di true crime.

Quando avviene un omicidio nel loro palazzo, il trio decide di investigare, creando un podcast sul caso. Tuttavia, mentre scavano più a fondo, scoprono segreti sul loro passato, su quello dell’Arconia e sulla vittima. Il mix di suspense e ironia si arricchisce di colpi di scena, nuovi misteri e dinamiche personali, mantenendo lo spettatore coinvolto nel tentativo di scoprire l’identità del colpevole.

Ogni stagione introduce un nuovo delitto da risolvere, mettendo alla prova l’improvvisato team di detective.

Ne avevo sentito parlare parecchio, ma ho deciso di aspettare l’uscita della terza stagione prima di iniziarla; non sono il tipo che ama aspettare settimane per sapere cosa succede dopo, quindi mi sono goduta le prime tre in una lunga maratona. Quando però è uscita la quarta, ho dovuto seguire il ritmo degli episodi settimanali… e devo dire che è stata una vera sfida!

Che dire? È una serie davvero deliziosa, leggera e perfetta per quei momenti in cui vuoi semplicemente staccare la mente. L’ho guardata in lingua originale perché rende sempre di più, soprattutto per questo tipo di serie. Steve Martin e Martin Short sono incredibili, con il loro umorismo tagliente e i tempi comici impeccabili, mentre Selena Gomez bilancia tutto con la sua energia moderna e la sua ironia naturale e spontanea. La forza di questa serie sta proprio nel contrasto tra due generazioni così diverse: da un lato c’è il fascino “old-school” dei due veterani, con la loro esperienza e l’umorismo classico, dall’altro c’è Selena Gomez che porta con sé l’energia di una generazione moderna, con riferimenti a temi come i podcast, i social, la tecnologia. È proprio questo mix di tradizione e innovazione a rendere la serie così coinvolgente, con un equilibrio perfetto tra il passato e il presente. Devo ammettere, però, che non tutte le stagioni mi hanno convinta allo stesso modo. La prima mi è piaciuta molto; un ottimo inizio. Della seconda, a essere onesta, ricordo poco, mentre la terza è stata altalenante ma comunque bella da vedere. La quarta, invece, mi ha davvero sorpresa in positivo, con un finale che mi ha lasciata senza parole. Inoltre, le guest star sono un valore aggiunto: Meryl Streep, Paul Rudd, Eva Longoria e Zach Galifianakis arricchiscono le puntate senza mai rubare la scena ai protagonisti. Certo, la trama può sembrare un po’ ripetitiva — alla fine è sempre un omicidio da risolvere nell’Arconia, un condominio che è un po’ un personaggio a sé stante, elegante e misterioso — ma credo che la forza della serie non sia tanto nel mistero quanto nel modo in cui viene raccontato. Only Murders in The Building, infatti, non è una serie che pretende troppo: è leggera, ironica e perfetta per quando hai bisogno di staccare senza impegnarti troppo. Non è uno di quei crime seri e pesanti, ma una storia che riesce a intrattenere con intelligenza e leggerezza.

Andando più nel dettaglio, uno degli aspetti che mi ha colpito maggiormente di Only Murders in the Building, come già detto nell’introduzione, è stata la scelta del cast, che trovo assolutamente perfetta, e la chimica tra di lor. Ogni attore è incredibile nel suo ruolo: Steve Martin incarna perfettamente il sofisticato e un po’ nostalgico Charles-Haden Savage, mentre Martin Short, nel ruolo dell’eccentrico Oliver Putnam, arricchisce la serie con il suo umorismo irriverente. Selena Gomez, nei panni di Mabel Mora, apporta una ventata di freschezza con la sua energia giovane. Anche i personaggi secondari sono fondamentali, e le guest star portano un valore aggiunto alla trama. Meryl Streep, Paul Rudd, Eva Longoria e Zach Galifianakis, tra gli altri, arricchiscono il cast con interpretazioni che aggiungono spessore alla storia, senza mai sottrarre spazio ai protagonisti principali. Mi è piaciuta moltissimo l’ambientazione di Only Murders in the Building, perché è davvero perfetta per una serie misteriosa. L’Arconia, il condominio dove si svolge la maggior parte della storia, ha un fascino che ti cattura subito: misterioso, elegante e pieno di angoli da scoprire. Ogni angolo sembra raccontare una storia, e questo rende il condominio il posto ideale per dar vita a un mistero avvincente.

Parlando di tematiche, Only Murders in the Building tocca diversi aspetti della vita, mescolando mistero, umorismo e riflessioni più profonde. La serie esplora prima di tutto l’amicizia, quella tra tre persone molto diverse ma unite da un obiettivo comune: risolvere i crimini che si susseguono nel loro condominio. Nonostante le generazioni e le personalità contrastanti, i tre protagonisti — Charles, Oliver e Mabel — riescono a formare una squadra affiatata grazie alla loro passione per i podcast e il mistero. E proprio questo legame che, seppur messo alla prova dalle difficoltà e dalle situazioni folli in cui si trovano, dimostra come il supporto reciproco sia fondamentale. La fiducia tra di loro resta sempre solida, anche nei momenti di incomprensione. La serie non si ferma alla risoluzione dei crimini, ma affronta anche il tema della scoperta di sé. Ognuno dei protagonisti vive un percorso personale che va al di là della semplice ricerca di un colpevole. Charles, Oliver e Mabel sono in continua evoluzione: alla ricerca di un senso più profondo nella vita, di una riconciliazione con il passato, o semplicemente di un luogo dove appartenere. La serie tratta questi temi con leggerezza, ma senza mai sottovalutarli, usando le dinamiche tra i personaggi per esplorarli in modo più intimo. Infine, si parla anche di amore che si presenta nelle sue varie forme: quello romantico, ma anche quello che lega i tre protagonisti, che sono diventati una vera e propria famiglia. La serie ci ricorda che, nonostante le difficoltà che la vita ci mette davanti, l’amore e il supporto di chi ci sta accanto sono fondamentali per superare ogni ostacolo, e che è proprio nei momenti difficili che i legami veri si rafforzano.

Only Murders in the Building è una serie che ti avvolge, episodio dopo episodio, facendoti ridere, riflettere e, talvolta, emozionare. Con un mix perfetto di mistero, comicità e umanità, riesce a trasportarti in un mondo dove tre persone molto diverse, unite dalla passione per i podcast e i crimini, creano un legame forte che va oltre il semplice investigare. Non è solo una serie da guardare, non sono dei semplici crimini da risolvere in compagnia dei nostri protagonisti; è una storia che resta con te. Ti fa sorridere, ti sorprende e, soprattutto, ti fa riflettere su quanto siano importanti le persone che scegliamo di avere al nostro fianco. Un piccolo gioiello perfetto per chi cerca un po’ di mistero condito da risate e colpi di scena ma che riesce a toccare il cuore grazie alle sue tematiche universali, senza mai prendersi troppo sul serio.

VOTO: ⭐⭐⭐⭐

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