Recensione romanzo: Brava Bambina di Alessia Vecchi.

TRAMA:

Sara suona come un angelo e ne ha l’aspetto. Ha incontrato un nuovo amore, Gabriele, che la fa sentire bene, la sua carriera adesso ha un futuro e può contare sull’affetto della sorella e dell’amata nipotina. Una vita apparentemente perfetta, ma dentro Sara è fatta di fragile cristallo che rischia di rompersi a ogni respiro a causa di un passato mai affrontato. I segreti che si porta dentro la stanno distruggendo, facendola tornare di nuovo dietro quella porta, nel buio. Questa è una storia di amore e coraggio, la storia di una donna che deve riscrivere la melodia della sua vita per poter ricominciare a vivere. Solo se troverà la forza di smettere di essere la “brava bambina” che gli altri si aspettano, riuscirà a riscoprire se stessa e a impedire che tutto si ripeta.

Scrivere questa recensione non è affatto semplice, perché la lettura stessa non lo è stata. Brava bambina di Alessia Vecchi, con una narrazione delicata e profonda, racconta il lento e doloroso sgretolarsi dell’infanzia di Sara, una dolce bambina che si trova costretta a confrontarsi con una realtà troppo grande per lei. Il romanzo, con grande sensibilità, e con una scrittura che non urla, ma sussurra, invitando a riflettere e a sentire senza mai forzare, ci narra di una vita e di una realtà che perde la sua purezza, senza mai rivelare esplicitamente i dettagli più crudi, ma lasciando che il profondo stravolgimento vissuto da Sara emerga in tutta la sua potenza. La sofferenza di Sara non è solo sua, e ogni pagina diventa più tangibile, più vera. Tuttavia, Brava bambina è anche una storia di speranza, di rinascita, di salvezza. La prima ancora di salvezza per Sara è la musica, il suo amato pianoforte al quale si aggrappa; è per lei l’unico linguaggio in grado di esprimere emozioni che le parole non riescono a contenere. Ogni tasto suonato è una piccola liberazione, una resistenza silenziosa contro la brutalità che l’ha colpita fin dalla tenera età. Ma la musica non è l’unica cosa che offre a Sara il suo piccolo paradiso. Accanto a lei c’è Gabriele, un ragazzo anch’egli segnato dai suoi fantasmi del passato, molto diversi da quelli di Sara ma comunque molto importanti, che trova nella giovane ragazza una ragione per affrontare il proprio passato. Il loro legame nasce da una comprensione profonda e silenziosa, da una connessione che supera le parole e si sviluppa attraverso gesti semplici, ma straordinariamente significativi. Gabriele, con la sua presenza discreta e il suo sostegno, diventa per Sara una figura di rifugio, una spalla su cui poggiarsi quando tutto sembra crollare. È un amore che aspetta, che accoglie senza giudicare, che guarisce senza forzare. Un amore che Sara non aveva mai provato prima di lui, neanche nella sua stessa famiglia.

La scrittura di Alessia Vecchi è intima, delicata e carica di emozioni. Sa come evocare emozioni profonde attraverso dettagli sottili, costruendo scene in cui i silenzi e i gesti parlano più delle parole. Non è una scrittura che urla, ma che sussurra, invitando a riflettere e a sentire senza mai forzare. È capace di trasmettere tanto dolore quanto speranza, in un equilibrio che rende la lettura coinvolgente ed emozionante. La suddivisione dei capitoli in Brava bambina di Alessia Vecchi è una scelta stilistica che accentua il contrasto tra l’innocenza perduta e la dura realtà che travolge la protagonista. I capitoli si alternano tra il “prima” e il “dopo”, creando un gioco di anticipazioni e riflessioni che guida il lettore in un viaggio emotivo intenso. Particolare attenzione è data ai capitoli che descrivono la violenza subita dalla protagonista. Qui, l’autrice sceglie di non essere mai esplicita nei dettagli più crudi, ma lascia che il lettore percepisca il trauma attraverso le sensazioni e le emozioni di Sara. La violenza non è raccontata in modo diretto, ma attraverso l’effetto che essa ha sulla protagonista, il suo mondo interiore e il suo corpo; questi capitoli vengono gestiti con grande delicatezza. Ogni personaggio, poi, è tratteggiato con attenzione, e le loro emozioni e reazioni si sviluppano in modo autentico, facilitandomi la connessione con loro.

Brava bambina di Alessia Vecchi affronta temi intensi e, ahimé, attuali, come la perdita dell’innocenza, la violenza e il lungo cammino verso la guarigione. La storia di Sara, segnata da un trauma profondo, e la violenza stessa, pur non essendo mai esplicitata in modo crudo, sono i temi centrali di tutta la storia. Sara lotta per rimanere integra, per superare il dolore e la sfiducia verso il mondo. In questo senso, il romanzo diventa un racconto universale, che riflette una realtà spesso taciuta, ma che è purtroppo quotidiana per molte persone, specialmente per le donne. Il libro esplora anche la ricerca di speranza, con la musica come forma di liberazione e di riscatto. È interessante notare come questo tema si colleghi alle difficoltà psicologiche che oggi vengono riconosciute con maggiore consapevolezza: la ricerca di un modo per esprimere il proprio dolore e per trovare una via d’uscita da esso è un tema che è ancora molto attuale. In un’epoca in cui il benessere mentale è diventato un tema centrale del dibattito pubblico, il romanzo ci invita a riflettere sull’importanza di affrontare i traumi, di non restare soli e di avere il coraggio di cercare un aiuto e soprattutto di avere la forza di farsi aiutare, come fa Sara con Gabriele. Il legame che si sviluppa tra i due è un altro aspetto che tocca temi rilevanti, come la resilienza e la capacità di guarire attraverso l’amore e la comprensione reciproca.

Ed è a questo punto che mi riallaccio ai personaggi presenti in Brava bambina. Ogni personaggio ha la propria complessità emotiva che lo rende autentico e indimenticabile. Alessia riesce a far emergere, con grande delicatezza, le sfumature dei protagonisti, dipingendo le loro sofferenze, le speranze, e le fragilità in modo che ogni lettore possa riconoscersi, almeno in parte, nelle loro esperienze. Ogni personaggio ha una storia profonda da raccontare. Sara è indubbiamente la protagonista centrale, una giovane donna la cui evoluzione emotiva e psicologica è il cuore pulsante della narrazione. La sua sofferenza, il suo dolore e la sua lotta sono trattati con grande empatia, ma è la sua resilienza che la rende una figura straordinaria. Gabriele, il personaggio che si affianca a Sara, è altrettanto ben delineato, con una profondità che va al di là del semplice ruolo di supporto. Il suo passato, carico di ombre e di difficoltà, si intreccia con quello di Sara in modo naturale e significativo. Il legame che nasce tra di loro è delicato e pieno di comprensione, un amore che non impone nulla, ma che accoglie e sostiene con discrezione. Gabriele è un personaggio che rappresenta la forza silenziosa, capace di aiutare gli altri a trovare la propria strada senza mai cercare di imporre la sua volontà. La sua presenza nella vita di Sara diventa fondamentale, non solo come punto di riferimento, ma anche come catalizzatore per la sua guarigione.

Un altro personaggio che ho apprezzato molto è il padre di Gabriele. Pur non essendo il protagonista principale, la sua figura ha un impatto emotivo significativo. Un uomo segnato dal suo passato, con le sue contraddizioni e debolezze. Ho amato questo personaggio perché rappresenta quella parte di ogni essere umano che, pur nelle proprie imperfezioni, ha qualcosa da insegnare e da offrire. La relazione che Gabriele intrattiene con suo padre è ricca di conflitto, ma anche di una ricerca di riconciliazione, di comprensione e di accettazione reciproca.

Brava bambina non è solo un romanzo, ma un viaggio nell’anima. È una storia che parla di dolore e di ferite invisibili, ma anche di speranza, di amore che cura e di secondi inizi. È un inno alla vita, alla capacità dell’essere umano di ricominciare, di amare nonostante tutto, e di trovare, alla fine del dolore, una luce che illumina anche le notti più buie. Una lettura che mi ha lasciato tanto dentro, un’impronta profonda difficile da dimenticare.

VOTO: ⭐ ⭐ ⭐ ⭐ ⭐

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