Recensione Audiolibro: Circe di Madeline Miller

Trama:

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell’Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov’è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.

COME COMINCIA
Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l’immortalità. Parlavamo ai pesci e coltivavamo fiori, distillavamo la pioggia dalle nubi e il sale dalle onde. Quella parola, ninfa, misurava l’estensione e l’ampiezza del nostro futuro. Nella nostra lingua significa non solo dea, ma sposa.

Da tempo ero curiosa di scoprire come Madeline Miller avrebbe interpretato un personaggio mitologico tanto celebre e misterioso come Circe. Nella tradizione classica, Circe è una strega potente ma solitaria, quasi sempre legata alla figura di Ulisse e alla sua disavventura. Madeline Miller, invece, le dona una profondità emotiva straordinaria, trasformandola in una donna alla costante ricerca di sé stessa. Il suo è un viaggio di autodeterminazione, in cui rifiuta i ruoli imposti per tracciare il proprio cammino, spesso con sofferenza ma anche con determinazione. Ascoltare Circe in formato audiolibro è stata un’esperienza coinvolgente. All’inizio ero un po’ scettica: mi chiedevo se una storia così ricca di dettagli e introspezione potesse funzionare attraverso la voce narrante. Ma mi sono subito immersa nel racconto, senza difficoltà. La voce narrante di Tamara Fagnocchi è perfetta: calma, profonda, come se provenisse da un’epoca lontana e misteriosa. Solo in alcuni passaggi dei dialoghi ho perso per un attimo il filo, ma il ritmo della storia mi ha sempre riportata dentro la storia. La bellezza dell’audiolibro sta proprio nella sua fluidità: rende la narrazione continua e immersiva, accompagnandoti anche nei momenti in cui sei impegnato in altre attività. Così, il mondo di Circe ha fatto parte delle mie giornate, avvolgendomi sempre più nella sua atmosfera mitologica. Pur non avendo letto l’originale in inglese, la versione italiana conserva un linguaggio poetico, capace di trasportare l’ascoltatore in un mondo vivido e affascinante. Essendo un romanzo introspettivo, il ritmo è un po’ più lento rispetto a storie ricche di azione, ma proprio questa scelta permette di entrare in profondità nella mente della protagonista. Ciò che mi ha colpita di più è come il romanzo esplori temi universali in modo intimo e personale. La solitudine è centrale nella storia ed ha varie sfaccettature: si parla non solo di isolamento fisico, ma anche il senso di estraneità rispetto agli altri. Questa tematica mi ha fatto riflettere su quanto spesso ci sentiamo distaccati, su quanto sia difficile trovare il nostro posto nel mondo, specialmente quando le circostanze o le aspettative degli altri ci spingono a essere qualcosa che non siamo. Ma andiamo più nel dettaglio…


La scrittura di Madeline Miller, o meglio la sua traduzione in italiano, è ricca e descrittiva, ma mai troppo pesante. Il linguaggio è evocativo, capace di creare immagini vivide senza appesantire la lettura. La traduzione riesce a mantenere l’intensità dell’originale, bilanciando bene i dettagli con il ritmo della narrazione. Anche nei momenti più riflessivi, il racconto non è mai pesante e riesce a mantenere alta l’attenzione.


Uno degli aspetti che mi ha colpito di più di Circe è l’esplorazione di temi universali ma allo stesso tempo profondamente personali, mescolati a un contesto mitologico. La solitudine è al centro della storia: Circe, pur essendo una divinità potente, è anche una donna sola. Fin dall’inizio, percepiamo la sua separazione dagli altri, la sua condizione di emarginata, sia nel mondo degli dèi che in quello degli esseri umani. Questa solitudine non è solo fisica, ma anche emotiva, e la sua lotta per trovare un posto dove appartenere è tangibile in ogni pagina. Mi ha fatto riflettere su quanto spesso ci sentiamo distaccati, su quanto sia difficile trovare il nostro posto nel mondo, specialmente quando le circostanze o le aspettative degli altri ci spingono a essere qualcosa che non siamo. La trasformazione di Circe, da figura passiva che subisce gli eventi a donna che affronta il suo destino, è stata incredibilmente potente. Un altro tema che mi ha colpito è quello del potere: come Circe lo affronta e lo utilizza. Inizialmente sembra un’arma che non controlla, ma nel corso della storia diventa uno strumento di affermazione di sé. Non solo il potere sugli altri, ma il potere di decidere cosa fare della propria vita e di cambiare il proprio destino. Questo libro riflette su come spesso il potere venga frainteso: non è solo dominio sugli altri, ma la capacità di essere fedeli a se stessi. Circe, pur nella sua solitudine, scopre che il vero potere risiede nella sua capacità di scegliere. È un tema che mi ha toccato particolarmente, facendomi riflettere su quante volte, nella vita quotidiana, ci troviamo a fare scelte difficili, affrontare i nostri limiti e, alla fine, lottare per ciò che davvero conta.


Nell’introduzione ho accennato già al fatto che Circe, nel mito, è una figura enigmatica, una donna potente che spesso viene ridotta a una semplice strega vendicativa. Nel romanzo, però, Madeline Miller ci regala una Circe che è tanto vulnerabile quanto forte, tanto sola quanto capace di grandi atti di compassione. Il suo viaggio è quello di una donna che non si adatta mai veramente al ruolo che le viene imposto, ma che trova un proprio percorso, spesso in modo doloroso. La sua forza risiede soprattutto nell’imparare a vivere con la propria solitudine, a crescere e a evolversi. Incontrando personaggi mitologici come Ulisse, Telemaco e suo padre Helios, Circe si confronta con diverse forme di amore, di tradimento e di potere. Questi incontri non sono mai banali e offrono spunti di riflessione su come l’amore può essere sia liberatorio che distruttivo. Ulisse, in particolare, diventa per Circe un simbolo di ciò che si cerca e di ciò che non si può mai realmente possedere. La sua storia con Ulisse è una delle più toccanti, perché dimostra come l’amore possa essere complicato e pieno di contraddizioni. Non è un amore romantico, ma un amore che porta Circe a confrontarsi con i suoi desideri più profondi e le sue paure. La trasformazione di Circe, attraverso il suo viaggio di auto-accettazione e crescita, è, infatti, una delle chiavi del romanzo.


In conclusione, Circe è una lettura che mi ha lasciato molto. Non è solo una riscrittura di un mito, ma una riflessione sulla solitudine, sul potere e sull’identità. Madeline Miller riesce a dare vita a un personaggio che nel mito sembrava secondario, restituendole una voce potente e indimenticabile. La storia di Circe non è solo la sua storia, ma la storia di tutti noi, che cerchiamo il nostro posto nel mondo e lottiamo per essere fedeli a noi stessi. È un romanzo che fa riflettere, che emoziona e che, anche attraverso la voce dell’audiolibro, mi ha fatto sentire parte di un viaggio che, pur essendo mitologico, è incredibilmente umano.

Personalmente, posso dire che gli audiolibri sono una vera e propria scoperta. L’esperienza è stata molto positiva e, se non li avete mai provati, vi consiglio di farlo: possono rendere la lettura ancora più speciale, offrendo una nuova modalità di vivere le storie.


VOTO: ⭐⭐⭐⭐⭐

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