Recensione Live Action: La Sirenetta

Trama:

Ariel è una sirena, una delle sette figlie del Re Tritone, ma ha una passione per il mondo di superficie che il padre non gradisce. Rischia la vita tra gli squali per esplorare i relitti in fondo al mare e raccogliere oggetti della terraferma, per lei molto misteriosi. Quando durante una tempesta salva un bel marinaio, che è anche un principe, ne resta perdutamente innamorata. I divieti del padre servono solo a spingerla in direzione di Ursula, la strega del mare, che le offre di renderla umana in cambio della sua voce. Ariel accetta e avrà solo tre giorni di tempo per baciare il principe, un’impresa ulteriormente complicata dal sortilegio della strega, che gioca sporco e le ruba anche la memoria…

La Sirenetta è un adattamento live-action del celebre classico Disney del 1989, che pur mantenendo la trama di base, introduce alcune modifiche interessanti. Queste aggiunte arricchiscono il racconto, come la nuova dimensione tragica della morte della madre di Ariel, causata dagli uomini di superficie, e la rivelazione che Ursula è parente di Re Tritone. Inoltre, il film approfondisce la connessione tra Ariel ed Eric, non solo attraverso la magia della voce, ma anche esplorando il loro legame emotivo, che è più sviluppato rispetto alla versione animata. La lentezza con cui viene raccontato l’adattamento di Ariel alla terraferma permette una crescita più credibile della relazione tra i due, ma anche una riflessione su come l’amore possa superare le differenze tra mondi distanti. Tuttavia, nonostante abbia apprezzato l’interpretazione di Halle Bailey, rimango dell’idea che Ariel dovesse restare visivamente più simile alla versione animata. Senza voler offendere nessuno, penso che i classici Disney andrebbero mantenuti il più possibile fedeli, senza stravolgimenti (come, temo, succederà con Biancaneve). Capisco l’intento di modernizzare e includere messaggi più attuali, ma credo che ci siano altre storie e prodotti per questo tipo di operazione. Le scelte di casting e i cambiamenti nei classici Disney sollevano sempre discussioni, ma rimango convinta che alcuni film siano così iconici da meritare di essere rispettati nella loro forma originaria, senza essere “riadattati” troppo. Per quanto riguarda il doppiaggio, consiglio vivamente di guardarlo in lingua originale per godere appieno della visione. Le scelte in italiano, purtroppo, non mi hanno convinta al 100%. In particolare, Mahmood. Pur essendo un cantante apprezzato per la sua vocalità particolare, la sua interpretazione mi ha dato l’impressione che avesse sempre il singhiozzo. Questa sensazione, seppur simpatica, non si adattava al tono vivace e irriverente che ci si aspetta da un personaggio come Sebastian. Mi è sembrato quasi che fosse un Sebastian con il raffreddore, creando una certa distanza tra la performance vocale e la personalità del granchio nel cartone animato. Ma ci sono anche delle note molto positive. In particolare, Simona Patitucci, che già aveva doppiato Ariel nel classico Disney La Sirenetta, è stata scelta per interpretare Ursula nel remake del 2023. Devo dire che mi è piaciuta moltissimo nel ruolo della celebre villain. La sua voce ha portato un’energia potente e affascinante, aggiungendo una nuova dimensione al personaggio. È interessante vedere il passaggio dalla dolce Ariel alla temibile Ursula, mostrando una grande versatilità come doppiatrice. Per quanto riguarda Ariel, il personaggio ha due doppiatrici. La doppiatrice per il canto ha una voce dolce e in sintonia con il personaggio, ma la parte recitativa mi è sembrata meno incisiva e naturale. A tratti, ho sentito che la sua performance vocale risultava un po’ forzata, creando una disconnessione con l’interpretazione di Halle Bailey nella versione originale, che invece è molto più spontanea e viva. Per quanto riguarda il principe Eric, pur apprezzando il doppiatore e la sua performance, onestamente non lo avrei fatto cantare. Sorry.

Non male la scelta del cast; ha funzionato bene ma non rientra tra i miei preferiti. Tutt’altra storia per l’ambientazione che, secondo me, è davvero molto bella e particolare.

Andando nel dettaglio, una delle prime cose che mi ha colpita di La sirenetta è la reinterpretazione musicale. Le canzoni iconiche del cartone, come “Under the Sea” e “Part of Your World”, sono riarrangiate per l’occasione, cercando di rimanere fedeli al fascino originario ma aggiungendo nuovi strati emotivi. Scelta appropriata? Alcune modifiche alle musiche, pur ben fatte, non riescono a eguagliare l’impatto del cartone. La colonna sonora è comunque coinvolgente, ma non riesce a restituire la stessa sensazione di magia che ci si aspetta da un film del genere. L’ambientazione è un altro aspetto visivamente molto potente. La vita sottomarina, con i suoi colori brillanti e dettagli iperrealistici, offre un’interpretazione visiva del mondo di Ariel che è stupefacente. Anche la parte terrestre è ben costruita, con paesaggi che catturano l’immaginazione pur mantenendo una certa realisticità, perfettamente in sintonia con il tono della storia.

Il film affronta diverse tematiche rilevanti, come la lotta contro le convenzioni sociali, il superamento delle differenze e l’importanza di seguire i propri desideri senza paura del giudizio degli altri. La relazione tra Ariel ed Eric è trattata in modo più profondo rispetto al cartone, con Ariel che si trova a dover affrontare il suo cambiamento, sia come persona che come figura in un mondo completamente diverso. La modernizzazione del tema dell’identità e dell’inclusività dà un’ulteriore riflessione sul fatto che l’amore non ha confini, ma il film non esagera mai con il messaggio, mantenendo un equilibrio tra il romantico e il sociale.

Per quanto riguarda il cast, ci sono stati sicuramente alti e bassi. Halle Bailey nel ruolo di Ariel mi è piaciuta molto, soprattutto per la sua interpretazione emotiva e il suo talento vocale, nonostante la perplessità detta a inizio recensione. Per quanto riguarda il principe Eric, interpretato da Jonah Hauer-King, ho apprezzato molto la sua performance e la simpatia che ha portato al personaggio. Ho rivisto anche qualcosina di Eric versione cartone in lui. Melissa McCarthy nel ruolo di Ursula, invece, mi è piaciuta davvero tanto. È riuscita a dare un lato divertente ma anche minaccioso al personaggio senza esagerare, ed è stato bello vederla interpretare una villain così complessa. Ho apprezzato anche Javier Bardem nel suo ruolo; ha dato al Re Tritone un caldo sentimento paterno che mi è piaciuto tanto.

In conclusione, La Sirenetta è un Live action che, pur avendo dei punti positivi, non riesce a superare il leggendario fascino del classico del 1989. Le modifiche apportate alla trama e ai personaggi hanno dato nuova linfa alla storia, ma personalmente credo che i classici Disney meritino rispetto nella loro forma originaria, senza troppi cambiamenti. Rimanendo comunque legata al cartone animato, riconosco che questa versione ha il suo valore e potrà essere apprezzata da un pubblico che cerca una rivisitazione più attuale della storia.

VOTO: ⭐⭐⭐½

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