Recensione romanzo: Mocker di Kira Shell (vol.1)

Trama:

Se l’oscurità ti chiamasse, la seguiresti o la combatteresti?

Arleen è una ragazza francese, timida e riservata. Dopo la perdita dell’amico d’infanzia e del padre, psichiatra olistico di grande fama, la sua vita è precipitata nel vuoto di un silenzio incolmabile. Per combattere questo dolore si concede una vacanza a New York, ma, una volta atterrata, viene rapita da Dan Crower, un potente criminale, che la trascina fino in Messico per venderla a un acquirente misterioso. Quando la situazione sta per volgere al peggio, uno sconosciuto la mette in salvo. Il suo nome è Xavier e non è certo un eroe. Leader dei Krew, un gruppo di amici ribelli, ha un’anima tormentata e indecifrabile, ossessionata da una presenza inquietante, il Doppio cieco. A causa di segreti inconfessabili, fin dall’infanzia Xavier rinnega i propri sentimenti, non esprime alcuna forma di gentilezza né gesto d’affetto; ma quando incontra Arleen, un’attrazione oscura e perversa proverà in ogni modo a corromperlo. E lei, che ama cercare risposte in tutto ciò che non è visibile, entrerà nel mondo cupo e pericoloso di Xavier per risolvere l’enigma che la sua mente rappresenta. Questo la farà precipitare in un abisso fatto di desideri torbidi, emozioni contrastanti e dubbi irrisolti. Mentre la passione li travolge, un evento imprevedibile scatenerà una tempesta: Xavier dovrà prendere una decisione difficile davanti alla quale non avrà via di scampo. Riusciranno a sopravvivere al caos che cercherà di inghiottirli?

Chi mi conosce sa che il Dark Romance è un territorio letterario che affronto sempre con molta cautela. Non è solo un genere intenso, spesso difficile da gestire senza rischiare di esserne travolti, ma è anche un ambito che richiede una scrittura consapevole e una profondità emotiva autentica. Le tematiche trattate in questo genere sono delicate e complesse, e servono mani abili per scavare dentro il dolore, dentro la fragilità e la complessità dei sentimenti umani. Per questo, quando scelgo di leggere un Dark Romance, cerco una voce capace di affrontare questi temi con rispetto e maturità, che sappia donare ai personaggi una vera dimensione psicologica e portare il lettore dentro emozioni profonde, senza mai perdere di vista una scrittura curata e intensa; una penna che racconti molto di più di una semplice storia “spicy”. Kira Shell, per me, è una di quelle autrici che sa esattamente dove mettere le mani, e lo fa con uno stile che è crudo e intenso, ma anche attento, reale, profondamente umano.
Parlando di Mocker, non vi nascondo che è dai tempi di Kiss Me Like You Love Me che aspettavo un romanzo dedicato a Xavier, un personaggio che, pur non essendo protagonista assoluto in quella storia, mi aveva colpita profondamente fin dalle prime pagine. Sapevo che leggere la sua storia sarebbe stato potente, ma anche che bisognava farlo con calma, con attenzione e rispettando i miei tempi. In Mocker c’è tutto quello che Kira è stata, che è e che continua a diventare come autrice: un po’ di Neil, un po’ di Efrem, e poi Xavier, che pagina dopo pagina prende corpo e anima attraverso i suoi demoni, le sue fragilità, le sue paure, e quella vita tormentata che gli si è incolla addosso e non lo lascia più. Xavier l’ho amato fin da subito. Non solo per quello che mostra, ma per tutto quello che nasconde. E allo stesso modo ho amato Arleen, una protagonista forte e vulnerabile, complessa e autentica, che porta con sé le sfumature delle altre protagoniste di Kira, ma con una voce tutta sua.
Tra gli aspetti che ho maggiormente apprezzato di Mocker c’è proprio il modo in cui Kira affronta il tema della salute mentale. Lo fa con delicatezza, con rispetto, senza mai scadere nella superficialità o nel sensazionalismo. La sofferenza psicologica non è uno sfondo, né un espediente narrativo: è una parte viva e centrale della storia, che si intreccia con ogni scelta, ogni silenzio, ogni ferita dei personaggi. Anche in un genere crudo e intenso come il dark romance, la sensibilità con cui viene raccontato il dolore interiore è qualcosa che colpisce e fa riflettere.
Sia nella scrittura che nella caratterizzazione dei personaggi si percepisce quanto Kira sia cresciuta e maturata, ma soprattutto quanto tenga a cuore trattare argomenti spinosi, offrendo al lettore non solo una storia avvincente, ma anche uno spazio per conoscere, informarsi, comprendere e, soprattutto, non giudicare mai dalle apparenze.

Andando più nel dettaglio, come vi dicevo, con Mocker, ho avuto la conferma di quanto la penna di Kira sia maturata. L’ho trovata ancora più consapevole, curata in ogni sfumatura emotiva, attenta a come dosare tensione, dolore e fragilità. Lo stile si adatta perfettamente alla profondità psicologica dei personaggi, e ogni scelta narrativa ha uno scopo preciso, come se ogni parola fosse stata scelta con estrema cura…e sono sicura che è proprio così. In più, come nei romanzi precedenti, anche qui emergono dettagli che appartengono all’autrice e che rendono il racconto ancora più suo. Sono tocchi personali che rendono la lettura non solo coinvolgente ma anche profondamente significativa e sono sicura che sarà un crescendo per i romanzi successivi dedicati a Xavier. Le descrizioni sono molte, è vero, ma non risultano mai pesanti; aiutano a entrare ancora di più nella storia e nella mente dei personaggi. Non mancano poi scene “spicy” forti, alcune inaspettate ma comunque perfettamente in linea con il tono del romanzo e, soprattutto, descritte con grande intensità e coerenza narrativa. Mi è piaciuto anche che in questo primo volume non ci sia solo spazio per la storia di Xavier e Arleen, che è in stile slow burn (che adoro), ma anche per altri legami profondi: la nascita dei Krew, il loro legame, la loro evoluzione. È un aspetto che ho davvero amato… anche se, lo ammetto, certi personaggi li avrei volentieri presi per i capelli! 😂

Ma parliamo dei personaggi…

Xavier è l’anima tormentata di questo romanzo. È l’anti-eroe per eccellenza: spigoloso, chiuso, a tratti incomprensibile. Ma proprio per questo reale, autentico. È un personaggio difficile da amare subito, ma impossibile da dimenticare. Porta dentro un dolore profondo che non urla, ma che si sente in ogni gesto, in ogni parola, in ogni silenzio. È rotto, sì, ma cerca di resistere. E nel farlo, in quel suo modo tutto imperfetto di sopravvivere, ti entra dentro e non ti lascia più.

Arleen, invece, è una protagonista che sorprende. Presenza silenziosa, ma mai invisibile. Si muove in punta di piedi, ma lascia impronte profonde, soprattutto nella vita di Xavier e del resto dei Krew. Con il tempo, pagina dopo pagina, mostra una forza che non ha bisogno di alzare la voce per farsi sentire. È sensibile e determinata. In lei ho ritrovato un equilibrio bellissimo tra le protagoniste femminili dei romanzi precedenti: ha qualcosa di tutte, ma una voce tutta sua. Sono sicura che nel corso dei prossimi romanzi la sua evoluzione sarà sorprendente; le premesse ci sono tutte!

Un altro punto forte di Mocker è il modo in cui anche i personaggi secondari riescono a lasciare il segno. Ognuno di loro ha una sua personalità ben definita, non sono mai solo “di contorno”. In particolare, mi è piaciuto moltissimo il modo in cui Kira ha raccontato la nascita dei Krew e il legame che li unisce. Non sono solo amici: sono fratelli scelti, anime rotte che si tengono in piedi a vicenda. Un’evoluzione che, da lettrice, ho seguito con grande trasporto. Tra i personaggi secondari, Luke è quello che mi ha colpita di più in questo primo volume. Lo avevamo già incontrato in Kiss Me Like You Love Me, ma qui la sua figura è molto più approfondita. È enigmatico, e proprio questa sua imprevedibilità lo rende un personaggio davvero interessante da leggere; ancora non so bene cosa aspettarmi da lui, e questo mantiene alta la mia curiosità. È sicuramente un personaggio sorprendete, positivamente sorprendete. Alexia e Jennifer, anch’esse incontrate in Kiss Me Like You Love Me, sono quelle figure che proprio non riescono a piacermi, pur sforzandomi al 100%. Nonostante questo riconosco che sono fondamentali per far emergere tensioni e rapporti chiave tra i personaggi. Entrambe sono ben costruite e funzionali alla trama. Le pagine iniziali sono state per me difficili da leggere, soprattutto quelle dedicate ad Arleen, a causa di Dan e delle situazioni pesanti che il suo personaggio porta con sé. Non amo soffermarmi troppo su personaggi di cui so che ci saranno altri sviluppi nel prossimo volume, quindi mi limiterò a dire che sì, quelle pagine mi hanno lasciato un nodo allo stomaco, così come il finale… ma preferisco aspettare prima di parlarne più approfonditamente.

Non voglio entrare nei dettagli di tutte le tematiche di Mocker perché il romanzo è appena uscito e credo davvero che tutti dovrebbero scoprirle leggendo, senza spoiler o anticipazioni. Posso però dire che Mocker affronta temi profondi e molto attuali, tra cui la salute mentale, trattata con grande delicatezza e rispetto. In un genere che per natura è intenso e spesso crudo, qui troviamo una rappresentazione consapevole e autentica della sofferenza psicologica, lontana da cliché o superficialità. In un’epoca in cui parlare di fragilità emotiva e psicologica è ancora difficile, questo romanzo ci invita a conoscere, comprendere e accettare queste realtà, mostrando come la sofferenza interiore non sia una debolezza ma una parte complessa e autentica dell’essere umano. Attraverso Xavier, un anti-eroe tormentato e imperfetto, la storia esplora i demoni personali, le insicurezze e le battaglie invisibili che molti combattono ogni giorno, spesso nascoste dietro maschere e silenzi. Leggere Mocker significa anche confrontarsi con il peso del passato, con le cicatrici che non si vedono ma segnano profondamente. È un invito a non giudicare troppo in fretta, a capire che dietro ogni comportamento c’è una storia, un dolore, una lotta. In questo modo, la narrazione si fa specchio di un bisogno reale e urgente: quello di avvicinarsi con rispetto e consapevolezza al tema della salute mentale, riconoscendone la complessità e l’importanza nella nostra quotidianità.

Mocker diventa così uno specchio potente della nostra realtà quotidiana, un invito non solo a conoscere, ma a riconoscere e ad accettare la complessità della salute mentale con tutta la sua profondità, fragilità e forza. Ci spinge a confrontarci con quelle verità scomode che spesso ignoriamo, a non voltare lo sguardo, perché è solo attraversando quel dolore e quella oscurità che possiamo davvero iniziare a trasformare il nostro modo di essere, di sentire e di stare nel mondo.

VOTO: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️

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