Recensione romanzo: L’arte dell’inganno di Rachele Crema e Alessia Stella

Trama:

Conosciamo mai veramente a fondo la persona con cui condividiamo la nostra vita?
Agli occhi di molti, quella di Emma potrebbe sembrare una vita quasi madre di due splendide bambine e moglie di un facoltoso uomo d’affari, conduce un’esistenza serena, agiata e – all’apparenza – appagante in uno dei quartieri residenziali più esclusivi di Londra.
Ma la routine e la tranquillità familiare iniziano a scricchiolare quando in Andrew, suo marito, si insinua il sospetto che Emma non sia la donna sincera e trasparente che aveva sposato qualche anno prima. Decide così di incaricare un’agenzia investigativa affinché faccia chiarezza su possibili lati oscuri della moglie.
Il caso viene affidato a Federico, il più giovane – ma anche più talentuoso – membro della PS Investigation, italiano di origini liguri. Federico è arrivato a Londra anni prima per inseguire la sua grande passione, il basket, sognando una carriera sportiva che, però, non è mai decollata. Ritrovatosi a dover reinventare il proprio futuro, ha scoperto un talento naturale per le indagini e si è fatto strada nel mondo dell’investigazione privata.
Inizialmente riluttante di fronte a quello che sembra un banale caso di infedeltà coniugale, ben presto si lascia coinvolgere, scoprendo che dietro il velo di ordinaria “normalità” della famiglia Walker si cela un vero e proprio vaso di Pandora. Emergono segreti che, in un modo o nell’altro, potrebbero stravolgere irrimediabilmente la vita di Emma.
E sarà proprio Federico, mettendosi in gioco, rischiando e talvolta tradendo i suoi principi, a condurre la vita di Emma verso una svolta inaspettata.
Perché la verità, come l’arte, è fatta di prospettive… basta cambiare angolazione per trasformare un capolavoro in un inganno, e un inganno in un capolavoro.

Non è la prima volta che leggo un romanzo di Rachele Crema, e conservo ancora un bellissimo ricordo di Borgo Destino, soprattutto per la profondità delle tematiche trattate. Anche in L’arte dell’inganno Rachele non delude; scritto a quattro mani insieme ad Alessia Stella, il romanzo colpisce per la coerenza stilistica e narrativa. Se non avessi letto i nomi in copertina, non avrei mai detto che si trattasse di due penne diverse. La sintonia tra le autrici è evidente: stile e ritmo scorrono in perfetta armonia, tanto da sembrare il frutto di una sola mente creativa. Ancora una volta, quello che mi ha conquistata sono le tematiche trattate, complesse e profonde. Si parla di inganno, di riscoperta di sé, di voglia e paura di rimettersi in gioco, di vulnerabilità e coraggio. Per quanto riguarda la tematica dell’amore, sicuramente è quella che mi ha colpita per il modo in cui è stata trattata. Mi spiego meglio: amo gli slow burn, è vero, ma andando avanti con la lettura temevo che il romance fosse solo accennato. E invece no. Non è messo da parte, semplicemente non è il centro assoluto della trama e questa scelta, alla fine, l’ho apprezzata moltissimo. La storia d’amore diventa una cornice che accompagna, senza ingombrare, il percorso di Emma, un personaggio che ha tanto da raccontare. L’arte dell’inganno è un romanzo che fa riflettere, che spinge il lettore a porsi domande importanti attraverso il percorso della protagonista che ho amato. Emma incarna con grande forza e autenticità le sfide di molte donne contemporanee: quella costante ricerca di un equilibrio tra aspettative sociali, ruoli familiari e desideri personali. La sua storia è una riflessione attuale sul bisogno di ritrovare sé stessi in un mondo che spesso impone definizioni rigide, dove il coraggio di ascoltare la propria voce interiore diventa un atto di ribellione e di amore verso sé. Ho trovato ottima anche la caratterizzazione dei personaggi secondari. C’è la giusta dose di suspense, un tocco di spensieratezza e una grande cura per i momenti di riflessione e consapevolezza.

Lo stile di scrittura di Rachele e Alessia è limpido, coerente e profondamente empatico. Conoscevo già la penna di Rachele, ma non quella di Alessia che è stata una bella scoperta. La scrittura è chiara, pulita, coinvolgente. Mai frettolosa. I dialoghi sono realistici e le descrizioni sono dosate bene: ci sono, ma non rallentano mai il ritmo. All’interno della storia ci sono anche dei passaggi molto intensi dal punto di vista emotivo che mi hanno fatta entrare in empatia ancora di più con la protagonista.

Emma, Federico e Andrew sono personaggi costruiti con grande cura e profondità, capaci di rappresentare quella complessità umana fatta di luci e ombre, dubbi e desideri non detti. Emma è il cuore pulsante di questa storia: una donna divisa tra il peso dei doveri familiari e il desiderio bruciante di ritrovare sé stessa. La sua lotta non è fatta di grandi gesti eroici, ma di battaglie quotidiane, silenziose e spesso invisibili. È fragile sì, ma quella sua fragilità non la rende debole bensì vera, con tutte le sue contraddizioni, le paure che cerca di nascondere e la forza nascosta che a poco a poco emerge. È un ritratto sincero, capace di toccarti nel profondo perché riconosci in lei parti di te, di tutti noi che cerchiamo, a volte titubanti, la nostra vera strada. Federico porta con sé l’energia di chi è alla ricerca di un nuovo inizio. È un outsider e proprio per questo osserva il mondo e le persone con una occhi diversi, più attenti e pronti ad essere sorpresi. Il suo rapporto con Emma è fatto di piccole e delicate tensioni, di sguardi che parlano più delle parole, di un’attrazione mista a cautela. È come se tra loro si giocasse un delicato equilibrio, un passo avanti e uno indietro, in cui ogni silenzio pesa e ogni gesto ha un significato nascosto. Andrew, invece, è il simbolo di quelle tensioni invisibili che spesso si annidano nelle relazioni più apparentemente solide. Non è un semplice ostacolo, ma una figura che aggiunge complessità e spessore al racconto, rappresentando le paure e le incertezze che possono abitare anche il legame più intimo.

L’arte dell’inganno non è solo un romanzo che intreccia suspense e romanticismo, ma un viaggio profondo nell’animo umano. Le autrici esplorano con delicatezza e intensità temi universali e attuali. Al centro della narrazione c’è l’inganno, non solo come azione, ma come specchio delle nostre paure, dei nostri desideri e delle verità che spesso nascondiamo. Emma, la protagonista, si trova a fronteggiare le proprie ombre, mettendo in discussione la sua identità e le sue scelte. La sua storia ci invita a riflettere su quanto sia facile costruire maschere e quanto sia difficile, ma necessario, abbatterle per ritrovare sé stessi. Il romanzo affronta anche la riscoperta personale, quel processo doloroso ma liberatorio di riconoscere le proprie ferite e imparare a guarirle. Emma intraprende un bellissimo percorso di crescita interiore, così come farà anche Federico, entrambi pronti a sfidare le convenzioni e le aspettative altrui per seguire la propria verità. Infine, emerge il coraggio: quello di affrontare le proprie paure, di mettersi in gioco, di amare nonostante le incertezze. L’amore, in questo contesto, non è solo sentimento, ma la forza che spinge a superare i propri limiti e a costruire legami autentici.

L’arte dell’inganno non è solo un romanzo, ma è uno specchio che ci invita a guardare dentro noi stessi, nel profondo, e a riconoscere le maschere che indossiamo e a togliere quelle che ci impediscono di essere davvero liberi. È un libro che fa riflettere, che spinge il lettore a porsi domande importanti attraverso il percorso di Emma. In un mondo che spesso ci spinge a mostrare solo ciò che è perfetto e senza crepe, questo romanzo ci ricorda il valore della verità, della fragilità e del coraggio di cambiare. Ci insegna che la libertà autentica nasce proprio dalla capacità di accettarci, con tutte le nostre imperfezioni, e di avere il coraggio di ricominciare, ogni volta, a scrivere la nostra storia.

VOTO: ⭐⭐⭐⭐

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