Recensione romanzo: Brayshaw High – La ribelle di Meagan Brandy

Trama:

Raven Carver è ben consapevole di essere la definizione da manuale di “adolescente problematica”.
Cresciuta in un parcheggio per roulotte, con una madre totalmente inadatta, Raven ha imparato l’unica strada possibile: la sopravvivenza, insieme al disprezzo delle regole, all’avversione per le figure autoritarie, alla solitudine autoimposta e alla mancanza totale di fiducia negli altri. Quando viene prelevata dai servizi sociali e per lei si spalancano i cancelli della Brayshaw High, Raven comunque non riesce a gioire per il rifugio che le è stato offerto. È intenzionata a ricordare sempre a sé stessa da dove proviene.

Presto capisce che nella nuova scuola l’élite dominante è formata da ragazzi ricchi e presuntuosi, che non perdono tempo a farle capire che la Brayshaw non è posto per una come lei. Tra tutti quegli studenti arroganti, è lampante però che a comandare siano tre membri della squadra di basket, talmente legati tra loro da sembrare fratelli e con un’autorità a cui tutti sembrano obbedire, eccetto la nuova arrivata. Non importa quanto Maddoc, Royce e Captain siano sexy, dispotici e con la scuola ai loro piedi, Raven non accetta ordini da nessuno, tantomeno dai re della Brayshaw High.

Le vite dei ragazzi e quella di Raven però cominciano a intrecciarsi in maniera indissolubile, lei riesce a scorgere qualcosa sotto la loro corazza da padroni del mondo e i tre iniziano a considerare lei come parte della loro stramba famiglia. Anche se la tensione fra Maddoc e Raven cresce in modo esponenziale, la ragazza resta comunque salda al proposito di non fidarsi di nessuno.
È quando il passato varca i cancelli della scuola, e una minaccia rischia di rovinare la famiglia che i re della Brayshaw si sono costruiti, che Raven si trova davanti al suo incubo peggiore: si è affezionata a loro e ora è disposta a tutto per salvarli, anche sacrificare se stessa.

Leggere Brayshaw High – La ribelle è stato per me un percorso che ha richiesto pazienza, ma che alla fine ha ripagato con una profondità e un coinvolgimento sorprendenti. Devo essere sincera: l’inizio del romanzo, le prime centocinquanta pagine circa, mi ha messa alla prova. Il ritmo era lento, la storia sembrava non decollare e ho avuto momenti in cui temevo di non riuscire a entrare davvero nel mondo di Raven e della sua nuova realtà a Brayshaw High. Tuttavia, una volta superata quella soglia iniziale, la narrazione ha preso ritmo e intensità. La seconda metà del libro, e in particolare il finale, mi ha completamente conquistata: le dinamiche da bully romance si intrecciano al dark, e Raven si trova a navigare tra attrazioni pericolose, conflitti intensi e giochi di potere che mettono a dura prova la sua resilienza. Lo stile dell’autrice, quindi, per me è coerente con il tono dark e il bully romance della storia. Leggere Raven significa camminare accanto a lei nei momenti di dolore e di ribellione, percepire il battito accelerato della sua paura, ma anche la scintilla di desiderio, curiosità e forza che la spinge a non arrendersi. In questa seconda parte la tensione cresce, le emozioni diventano più forti e i conflitti tra i personaggi sono sempre molto coinvolgenti e soddisfacenti. Questo romanzo non racconta solo una storia scolastica o una vicenda romantica: è un percorso di crescita, un viaggio dentro le paure e le fragilità di Raven, una ragazza che deve imparare a fidarsi degli altri e a confrontarsi con sé stessa. La sua ribellione, la sua diffidenza e le sue ferite emotive la rendono intensa, e il modo in cui evolve nel corso della storia è uno dei punti più forti del libro. Accanto a lei, i “tre re” di Brayshaw High, Maddoc, Royce e Captain, creano uno scenario complesso e appassionante: potere, sfida, protezione e legame si intrecciano, dando vita a un contesto di amicizia e famiglia scelta che diventa un messaggio potente che ci accompagna per tutta la storia. Tutti i personaggi sono costruiti con maestria dall’autrice. Il romanzo riflette la realtà di molte persone, soprattutto adolescenti e giovani adulti: la difficoltà di trovare la propria identità quando si cresce in un ambiente completamente sbagliato, tossico, la difficoltà di comprendere i propri desideri e limiti, di affrontare chi cerca di ferirci o manipolarci, e il coraggio necessario per restare fedeli a sé stessi in un mondo che spesso sembra chiedere altro. La tematica del potere emotivo e sociale invita il lettore a riflettere sulle proprie relazioni quotidiane, sui giochi di potere che spesso attraversano amicizie e amori, e sulla necessità di trovare equilibrio tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo ci impone.

Lo stile di Meagan Brandy è intenso, diretto e immersivo, capace di far percepire ogni emozione sulla pelle del lettore. La narrazione alterna momenti riflessivi, in cui percepiamo i timori e i desideri della protagonista, a sequenze ad alto ritmo, piene di conflitto, tensione e attrazione pericolosa, creando un equilibrio tra introspezione e azione. Lo stile dell’autrice è coerente con il tono dark e il bully romance del romanzo. La scrittura non si limita a descrivere gli eventi, ma ci permette di sentirli sulla pelle: il lettore percepisce il battito accelerato di Raven, la paura nei silenzi, l’euforia e la frustrazione dei momenti di confronto, e si ritrova immerso in un mondo dove ogni parola, ogni gesto e ogni scelta hanno un peso emotivo concreto

Parlando dei personaggi, Raven Carver è il cuore pulsante di Brayshaw High – La ribelle: una ragazza forte e ribelle, ma anche fragile e complessa, che porta con sé il peso di un passato difficile e il desiderio di trovare finalmente uno spazio dove sentirsi libera di essere sé stessa. La sua arrivata alla Brayshaw High segna l’inizio di un percorso di scoperta emotiva intenso, un viaggio fatto di conflitti, tentazioni e relazioni che la costringono a confrontarsi con paure, desideri e limiti personali. Accanto a lei ci sono Maddoc, Royce e Captain Brayshaw, tre ‘fratelli’ uniti da un legame profondo e indissolubile, ma ciascuno con una personalità che influisce in modo diverso su Raven e sul suo percorso. Il legame tra Raven e i fratelli Brayshaw è complesso e stratificato: si sviluppa tra scontri, provocazioni e momenti di vulnerabilità condivisa, creando una dinamica intensa che alterna attrazione, conflitto e complicità. Non è solo una storia di attrazione o tensione: è la scoperta reciproca, la capacità di leggere e comprendere le sfumature emotive dell’altro, il confronto con le proprie fragilità e il tentativo di costruire fiducia in un mondo che spesso sembra ostile. Ma soprattutto è un rapporto che rappresenta la famiglia, con tutte le sue sfumature. A rendere la storia ancora più ricca c’è Collins Graven, figlio della famiglia rivale dei Brayshaw, la cui presenza contribuisce a dare un senso costante di tensione e pericolo. Collins non è solo un antagonista esterno: è un catalizzatore di sfide e conflitti, e allo stesso tempo uno specchio che mette in risalto anche i limiti dei protagonisti. La sua interazione con Raven aggiunge profondità e spessore a tutta la narrazione e non vedo l’ora di leggere come si evolverà tutto.

Brayshaw High – La ribelle affronta tematiche intense e contemporanee, intrecciando il fascino del dark romance con la tensione di un bully romance che non risparmia conflitti emotivi e morali. Al centro c’è la lotta per l’identità: Raven deve imparare a riconoscere chi è davvero, a comprendere i propri desideri e a difendere la propria libertà in un contesto dove potere, status e apparenze giocano un ruolo predominante. La storia mette in luce la complessità delle relazioni adolescenziali e giovanili, mostrando come la famiglia, l’amicizia, l’amore e la lealtà possano essere tanto fonte di conforto quanto di dolore. La scuola stessa diventa un microcosmo della vita reale con le sue gerarchie, le sfide sociali e le pressioni di conformità, e Raven è costretta a navigare tra tensioni, rivalità e sentimenti contrastanti. Un tema centrale è anche il confronto con il lato oscuro dell’altro e con se stessi: i fratelli Brayshaw, con la loro intensità emotiva e le dinamiche di potere interne, rappresentano le diverse sfaccettature del controllo, del desiderio e della lealtà. Attraverso questi rapporti, la narrazione esplora la resilienza emotiva, il coraggio di affrontare le proprie paure e l’importanza di stabilire confini chiari, imparando a riconoscere chi può davvero influenzare la propria vita e chi, invece, rappresenta solo una prova da superare. Il romanzo non evita neanche le sfumature più oscure della giovane età: gelosia, vendetta, incomprensioni e rivalità vengono trattate con realismo e profondità, mostrando come anche esperienze dolorose possano diventare occasioni di crescita e consapevolezza. La tematica del potere emotivo e sociale, insieme a quella della vulnerabilità, invita il lettore a riflettere sulle proprie relazioni quotidiane, sui giochi di potere che spesso attraversano amicizie e amori, e sulla necessità di trovare un equilibrio tra ciò che vogliamo e ciò che il mondo ci impone. Infine, la storia tocca anche il tema della trasformazione personale: Raven cresce attraverso le sfide, gli scontri e i momenti di intimità con chi le sta accanto, imparando che la forza non consiste nel dominare l’altro, ma nel sapersi conoscere, nel resistere alle pressioni esterne e nell’abbracciare le proprie emozioni con coraggio. Questo rende Brayshaw High – La ribelle un romanzo non solo avvincente, ma anche profondamente riflessivo, capace di parlare ai lettori con autenticità, suscitando emozioni intense e lasciando uno spazio per la riflessione personale sulle dinamiche di potere, amore e identità.

Brayshaw High – La ribelle non è solo una storia di amore e conflitto: è un urlo emotivo, un viaggio dentro la forza e la fragilità di Raven Carver. Tra tensioni familiari, rapporti complessi con i fratelli Brayshaw e dinamiche scolastiche taglienti, ogni pagina vibra di desiderio, rabbia e ribellione, trascinando il lettore in un mondo intenso e senza filtri. La storia non si limita a raccontare: scuote, sfida e fa riflettere, mostrando che la vera forza nasce dall’affrontare le proprie paure, dal riconoscere i propri limiti e dal trovare coraggio anche nei legami più complicati. E io, voltata l’ultima pagina, mi sono ritrovata a voler rientrare subito nella vita di Raven, a sentire il bisogno di continuare a seguirla e di scoprire cosa le riserverà il destino. Non vedo l’ora di leggere il secondo libro e lasciarmi travolgere di nuovo da questa storia potente, intensa e senza compromessi.

VOTO: ⭐⭐⭐⭐

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